Ostia - “Stiamo facendo tutto quello che ci ha chiesto il magistrato, perchè allora il campeggio non può riaprire?”. E' quello che si chiedono 70 dipendenti e 600 proprietari delle casette, che da quasi 40 anni fruiscono della struttura turistica che sorge all'interno della pineta di Ostia, il Country Club Castelfusano.

Un fiore all'occhiello tra le realtà ricettive del litorale romano, nella quale ogni estate migliaia di turisti in particolare del nord Europa passano, o meglio passavano, le loro vacanze. Lottizzazione abusiva e abusi edilizi, queste le accuse della Magistratura, intervenuta con le forze dell'ordine lo scorso 8 marzo 2012, sequestrando l'area.

Oggi molti dei proprietari dei bungalow si sono messi a disposizione e hanno investito per trasformare le case in strutture mobili, cioè con ruote alla base e dunque non più poggiate su blocchi di tufo. Ma questo provvedimento non ha cambiato lo stato di cose, il campeggio resta chiuso e i dipendenti non ricevono più la cassa integrazione.

Qualche giorno fa Flavio Chigi, portavoce del camping Country Club Castelfusano, insieme a dipendenti e proprietari ha portato la protesta sotto al Campidoglio, con l'intento di far sentire le proprie ragioni alle istituzioni. Flavio Chigi si appella direttamente al sindaco Alemanno, anche attraverso le telecamere di OstiaTv: “Vogliamo che il sindaco si interessi ancora di questa vicenda, sappiamo della disponibilità di Alemanno a riguardo ma qui abbiamo 70 famiglie senza lavoro, pensiamo ad esempio a quelle che vivono di un solo reddito, come faranno ad andare avanti ora che non ricevono più neppure la cassa integrazione? E' un'emergenza sociale prima che un danno turistico ed economico, credo che l'amministrazione debba intervenire per garantire dignità almeno ai lavoratori”, conclude Chigi.