Ostia, sciopero della fame contro la chiusura del Tribunale
Ostia – Oggi 13 settembre è stato l’’ultimo giorno’ per il tribunale di Ostia, in via dei Fabbri navali, dopo tredici anni di onorato servizio e di migliaia di procedimenti sbrigati. Mentre è in corso il trasferimento dei faldoni, stamani un avvocato lidense ha iniziato lo sciopero della fame contro la decisione del ministero di Giustizia di tagliare la sezione distaccata del tribunale di Roma. Aperto un ombrellone davanti all’entrata, si è messo a sedere con un cartello con la scritta eloquente ‘sciopero della fame’. Per la strada è un andirivieni di cittadini, curiosi, associazioni.
Ci sono incredulità, costernazione. E rabbia. A nulla sono valse le manifestazioni, le proteste per impedire questo drastico provvedimento che priva un territorio di 300mila abitanti di una sede giudiziaria. Insomma finora non c’è stato nulla da fare per scongiurare la prevista chiusura del tribunale nonostante tutte le mobilitazioni degli ultimi mesi.
E allora oggi è scattata la protesta concreta, l'avvocato Marco Lombardi ha messo in atto lo sciopero della fame e da qualche ora anche altri due cittadini si sono uniti a lui, Tullio Catalano, un imprenditore, e Giulio Notturni, consigliere del X municipio, capogruppo Lista Marchini, che ha aggiunto che “Lunedì in occasione della riunione dei capigruppo proporrò di riunire il prossimo consiglio municipale di fronte alla sede del Tribunale. Teniamo alta l'attenzione e non permettiamo che venga chiuso un presidio fondamentale per i cittadini in un territorio che è da tempo terra di frontiera", ha concluso Notturni. Ma il gruppo di protesta dovrebbe aumentare nelle prossime ore: “Non vogliamo che Ostia diventi come Scampia”, è il messaggio che avvocati, dipendenti del foro e i comitati cittadini vogliono lanciare per sensibilizzare tutti al problema. “Soprattutto - ha spiegato l'avvocato - siamo preoccupati per il modus con cui si stanno trasferendo i faldoni a Roma, non sappiamo bene come faremo a raccapezzarci per svolgere il nostro lavoro in questo periodo”.
Intanto la scorsa settimana il consiglio municipale ha aperto la partecipazione ad alcuni rappresentanti delle categorie degli avvocati. Sono così intervenuti Roberto Nicodemi, consigliere dell’ordine degli avvocati di Roma, Maurizio Neri, presidente dell’associazione Colleganza forense, e anche Giuseppe Di Lorenzo, presidente uscente della Consulta dei comitati di quartiere del X Municipio. Tutti hanno ribadito la necessità di mantenere la sezione di Ostia, ‘fondamentale presidio di legalità sul territorio’. Il presidente del X municipio, Andrea Tassone, si è impegnato a portare all’attenzione del sindaco Ignazio Marino e del presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, una formale richiesta di proroga della sezione distaccata del tribunale perché intervengano. Ma, a quanto sembra, è stato tutto inutile.
Il 19 settembre però ci dovrebbe essere ancora un incontro in Campidoglio per capire cosa poter fare per scongiurare la chiusura definitiva del 30 settembre, come hanno riferito i comitati cittadini.
Intanto anche il giudice di Pace di Ostia, Claudio Fiorentini, è sotto 'sfratto', o meglio il contratto di locazione scadrà anche in quel caso il 30 settembre, e se non accadrà nulla di nuovo, la sua sede chiuderà.
Tra gli ultimi ad appellarsi contro il provvedimento che sancisce la nuova geografia giudiziaria, voluta l’estate scorsa dall’allora ‘governo tecnico, che comporta la soppressione di 674 uffici, tra cui oltre 320 tribunali del giudice di pace, la senatrice lidense Fabiola Anitori. L’esponente politica aveva rivolto un accorato appello al ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri per un ‘ripensamento’. Ripensamento che purtroppo non c’è stato. "Non c'è stata la volontà politica di salvarlo", dicono in molti: "la proroga di due anni avrebbe dovuto e potuto essere concessa!".
Si era puntato sulla presenza della criminalità come dimostrato dall’esistenza di clan che avevano ‘business’ sull'assegnazione delle case popolari e delle spiagge a Ostia, come emerso dalle intercettazioni ambientali effettuate nel corso dell'operazione 'Nuova alba' che il 26 luglio scorso ha portato all'arresto di 51 persone. Un'operazione che ha il record del primo 416 bis a Roma. L'accusa, infatti, è di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra le ultime operazioni quella di un maxi-sequestro di 9 chili di droga a Dragona. E l'ipotesi che dietro questo giro ci sia la mano della criminalità organizzata. Il tribunale di Ostia rappresentava un’eccellenza nel panorama giudiziario nazionale con le sue 3.200 pratiche sbrigate ogni anno. A oltre dieci anni dalla nascita, e con un record di procedimenti smaltiti, adesso tutto peserà su piazzale Clodio. Nel Lazio chiudono oggi 14 uffici.
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