‘Donne: la bellezza oltre il dolore’: il 26 settembre grazia, eleganza e beneficenza a Ostia
Ricco il programma dell’iniziativa che si aprirà alle 16 con le lezioni di trucco rivolte alle donne che hanno affrontato terapie chemioterapie con Antonio Quattromani - truccatore di molte dive; alle ore 18,00 seguirà la presentazione del libro "Cronaca di un delitto annunciato" di Adriana Pannitteri, giornalista Tg1 Rai.
La manifestazione è condotta da Elisa Palchetti, sociologa esperta di comunicazione, e Maria Rita Noviello, medico oncologo Alle ore 19,00 Il Cocktail dell'Albero delle molte Vite e alle ore 19,30 si terrà la sfilata con gli abiti di Jamal Taslaq, stilista di Alta Moda di fama mondiale: in passerella bellissime donne accomunate dall'esperienza del cancro. Acconciature di Alessandro Messina - famoso hair stylist.
"Io non sono la mia malattia, io sono io, nonostante la mia malattia' è lo 'slogan' dell'evento umanitario di beneficenza con libera donazione per l'ingresso. L'opera della locandina "Marilyn Monroe Venere" è di Maria Pia Michieletto
L' Associazione - Lo scorso 13 marzo 2019 è nata la Associazione Oncologica chiamata “L’Albero delle Molte Vite”, una Associazione di Promozione Sociale (APS, nuova definizione di ONLUS) i cui obiettivi sono di natura culturale-divulgativa e di tipo assistenziale. Sono previste attività di supporto emotivo a pazienti e familiari; corsi di meditazione; conferenze su argomenti oncologici di interesse comune come prevenzione, stili di vita, nutrizione, terapie innovative; corsi di aggiornamento per operatori sanitari e per medici di base; assistenza sanitaria, assistenza legale, assistenza nutrizionistica, assistenza sociale.
Vengono organizzati corsi di recitazione e di ballo, atti a far riconciliare il paziente con il proprio corpo e sono promosse attività di aggregazione ricreative quali gite e feste, partecipazione a spettacoli teatrali e a rappresentazioni cinematografiche, con l’obiettivo di rientrare a pieno titolo nella dimensione del divertimento e dello svago, apparentemente negata nel tunnel della malattia e delle cure, al fine di vedere la luce alla fine del tunnel e per mantenersi vivi anche nel “tunnel”, fino alla fine. Tutte queste iniziative nascono dalla consapevolezza che il cancro non sia solo un evento biologico ma sia una malattia che riguarda la sfera emotiva, familiare, sociale e spirituale dell’individuo. Non solo mette in pericolo la vita delle persone ma anche la qualità della loro vita, lunga o breve che sia, compromettendo obiettivi, futuro e speranze.
In questa dimensione i familiari, che sono a pieno titolo dei “co-pazienti”, condividono angosce, paure, incertezza del futuro, lutti emotivi anticipati e devono essere supportati al pari del malato. Questa Associazione composta da persone malate e non, da familiari, da operatori sanitari e da tutti i rappresentanti della società civile che desiderino testimoniare solidarietà profonda e fattiva nei confronti di chi soffre, vuole rimettere al centro della scena la persona consentendogli di riappropriarsi dell’amore per la vita, vincendo la sfida più difficile che non è quella di sconfiggere il cancro ma è quella di non identificarsi con il cancro: il mantra deve essere “IO non sono la mia malattia, IO sono e continuo ad essere IO, nonostante la malattia”.
Il nome dall’Associazione nasce da un magnifico dipinto della Signora Nadia Pacilli, sorella della indimenticata ed indimenticabile Cinzia, che raffigura un albero i cui splendidi fiori rosa son le impronte di tanti pazienti affetti da tumore e le radici sono le impronte delle mani della loro oncologa, dottoressa Maria Rita Noviello e della loro insegnante di meditazione, la Caposala Marianna Barbara.
In tutte le culture L’Albero della Vita è un simbolo molto potente a cui sono attribuiti tanti poteri: cura, guarigione, ringiovanimento, immortalità, sostentamento. Come il nostro, viene rappresentato con le radici, per essere ben solido, con il tronco, per essere resistente, con foglie e fiori da cui, in alcuni periodi, dell’anno nascono preziosissimi frutti. Nell’Antico Testamento è il simbolo della vita eterna e pura e si contrappone all’albero della conoscenza, del cui frutto si cibarono Adamo ed Eva peccando. Per i buddisti è l’albero della illuminazione, simbolo di saggezza e connessione con l’universo. Nella mitologia egizia è l’albero da cui nacquero Isis, dea della vita e della fecondità e Osiride, dio del regno dei morti, a significare che nell’albero della vita morte e vita sono racchiusi insieme. Nella mitologia cinese è rappresentato da un albero di pesche magico che ogni 300 anni produce una sola pesca e chi riesce a mangiare questo frutto diventa immortale. Nell’esegesi ebraica l’albero della vita e l’albero della conoscenza erano uniti, in seguito Adamo ne separò le radici.
L’Albero della nostra Associazione vuole rappresentare quanto possa essere paradossalmente e fantasticamente feconda di vita una malattia che tanto evoca la morte, perché la Vita, o meglio le Vite, dopo e nel corso del cancro cambiano, con modalità personali, ma sempre caratterizzandosi di nuova consapevolezza e di nuove scale di valori. Si ridimensionano le priorità, si valorizza l’essere vivi e si rafforzano gli affetti, quelli veri, quelli più autentici. Come recita il sottotitolo di un celebre libro del giornalista Pietro Calabrese: “All’improvviso un cancro, la Vita all’improvviso”.
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