Michela Fioretti, il giorno del silenzio
Ostia - Oggi è stato il giorno del silenzio in onore di Michela Fioretti, l'infermiera barbaramente uccisa dall'ex marito ad Acilia il 18 aprile. Il silenzio che in centinaia hanno tenuto nella parrocchia di Dragona durante l'omelia funebre era un silenzio rispettoso e necessario per riflettere, dopo lo shock e la rabbia per la perdita improvvisa e tragica di Michela e per ciò che la sua morte rappresenta.
Tutto il quartiere e non soltanto si è stretto alla famiglia di Michela, in via Casini c'erano tanti, tantissimi bambini, compagni di scuola delle figlie di Michela, presenti con le mamme al funerale: dai loro occhi le lacrime più dure da mandare giù.
E davanti alla chiesa di Dragona c'era anche Antonio, il testimone della tragedia, l'uomo che ha assistito sgomento all'assurda scena dello speronamento e del drammatico epilogo senza poter fare nulla per fermare quella follia. Antonio abbraccia forte la mamma di Michela, lei ora ha la responsabilità delle sue nipotine, rimaste sole mentre il padre assassino lotta tra la vita e la morte dopo essersi sparato alla testa pochi secondi dopo aver ucciso la moglie. Le sue parole nell'intervista video di OstiaTv.
Il silenzio rispettoso di oggi ha fatto da megafono al forte rumore messo in piazza da centinaia di donne e uomini che domenica scorsa hanno dato vita ad un flash mob sul pontile di Ostia per 'rompere il silenzio' su questi tragici casi.
Dopo la cerimonia funebre infatti grazie ai tanti cittadini interessati al problema della violenza di genere la battaglia continuerà, a breve forse anche una petizione popolare e manifestazione per le strade cittadine, riferiscono le organizzatrici del flash mob di domenica.
"Se penso a Michela ciò che mi viene subito in mente è il suo sorriso, sincero e affettuoso. Ma penso anche al dramma che ora quelle povere bambine stanno vivendo. Il mio pensiero quindi è soprattutto per le figlie, speriamo trovino pace". Sono i colleghi dell'ospedale Grassi di Ostia, dove Michela lavorava da anni nel il reparto di nefrologia, a parlare così: donne e uomini che hanno difficoltà ad accettare il fatto che dopo le tante denunce inoltrate da Michela il marito ancora girasse con una pistola da guardia giurata in tasca. “Serve l'attenzione delle istituzioni”, spiega un collega della vittima.
La solidarietà già iniziata con il flash mob sta arrivando da tutto il quartiere, anche nella scuola Marco Ulpio Traiano di Dragona è partita una raccolta di fondi da destinare alle piccole di Michela, sperando che un giorno, insieme ai nonni, trovino pace e serenità.
Tags: ostia, litorale-romano, entroterra