Muore cadendo nella tromba dell'ascensore, la famiglia: "Ci costituiremo parte civile"
Ostia Ponente - Si aspettavano almeno un telegramma o una visita di cortesia e perchè no, magari anche di vedere l'intervento del Comune di Roma al momento del conto delle pompe funebri. Invece i familiari di Mario Malatesta, 77enne che lo scorso 23 dicembre ha perso la vita cadendo nella tromba dell'ascensore del palazzo popolare in cui abitava, in via Cagni a Ostia Nuova, hanno riferito di non aver ancora ricevuto segnali di cordoglio da parte del sindaco.
Il Natale quest'anno per la famiglia Malatesta si è trasformato in un incubo, se possibile ancora più cupo e senza speranze a causa dalla condizione di disoccupazione della moglie e del figlio della vittima. Un Natale in attesa della solidarietà da parte di chi, secondo la famiglia di Mario Malatesta, potrebbe avere delle responsabilità.
La palazzina in questione è una di quelle date in gestione alla società Romeo dal comune di Roma. Ora i parenti della vittima, delusi da quella che definiscono la 'totale assenza dell'amministrazione capitolina alla vicenda', hanno deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale per omicidio colposo 'confidando nel lavoro della Procura di Roma che ha già aperto un'inchiesta e che ha già provveduto a far svolgere una autopsia sull'uomo', come hanno spiegato il legale della famiglia, Domenico Stamato e il figlio della vittima, Stefano Malatesta.
L'autopsia poi non avrebbe evidenziato stati di alterazione che avrebbero potuto provocare una 'distrazione fatale' nel 77enne.
A parlare a Ostia Tv oggi è proprio Stefano Malatesta, in presenza dei suoi avvocati: “In merito alla vicenda che ha visto, poco prima di Natale, la tragica morte di mio padre, caduto nella tromba dell'ascensore della palazzina di proprietà del Comune di Roma, sita in Ostia Lido alla Via Cagni n. 26, intendo precisare che mio padre Mario era un uomo perfettamente efficiente ed autonomo che, nonostante la sua non più giovane età, sosteneva economicamente con la sua pensione l'intero nucleo familiare e, non ultimo, me disoccupato dallo scorso mese di febbraio”.
"Tengo inoltre ad evidenziare - continua il figlio della vittima - il totale disinteresse di tutte le Autorità facenti capo al Comune di Roma, proprietario dello stabile in cui mio padre viveva ed in cui si è verificato quel tragico evento: nessuno si è degnato di fare una telefonata o mandare un telegramma di solidarietà".
"Sarà intenzione mia e di tutta la mia famiglia costituirci parte civile nel procedimento penale per omicidio colposo, aperto d'ufficio dalla Procura di Roma, che vedrà, inevitabilmente, coinvolti più soggetti direttamente responsabili di quella che appare a molti degli inquilini di quello stabile come 'una morte annunciata': quel maledetto ascensore, con le sue porte sempre difettose, non ha mai funzionato correttamente ed ha costituito da sempre un pericolo per tutti coloro che ne usufruivano! Ne sono prova i continui solleciti e lamentele degli inquilini alla società Romeo che ha in gestione la manutenzione della palazzina e che, più volte, sono state portate all'attenzione con articoli di giornali e servizi televisivi".
Prosegue il figlio Stefano: “Da quando è stato installato quel maledetto ascensore, vale a dire da circa 4 anni, l'impianto non ha mai funzionato correttamente nonostante la presenza nello stabile di persone anziane e disabili troppe volte costretti all'immobilità”.
Precisa sempre Stefano Malatesta: “La settimana stessa in cui si è verificato il tragico evento, e perfino il giorno stesso in cui è avvenuta la morte di mio padre, la ditta addetta alla manutenzione è stata, più volte, contattata per un intervento di manutenzione. Confido nel lavoro della Magistratura per la individuazione delle responsabilità per quanto accaduto a mio padre anche al fine di prevenire che fatti analoghi possano in futuro colpire altre persone".
"Al dolore ed alla tragedia familiare, si aggiunge la beffa di dover sostenere per il figlio Stefano, disoccupato da 10 mesi e per la moglie del povero malcapitato, senza alcun reddito, le ingenti spese funerarie cui saranno costretti per colpa di altri", spiega l'avv. Stamato.
(Il figlio Stefano e la sua famiglia sarà seguita nelle competenti sedi processuali dagli avv.ti Domenico Stamato e Francesca Lauretti)
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