Ostia – All’alba è scattato un blitz dei carabinieri a Ostia: a finire in manette dieci persone appartenenti al clan Spada, il gruppo che da anni gestisce una serie di attività illegali sul litorale romano, dal traffico di droga all’usura. Impegnati decine di uomini dell’Arma, elicotteri e unità cinofile.


L’OPERAZIONE – L’operazione dei militari del nucleo investigativo del Gruppo di Ostia del comandante Custode Incarbone, agli ordini del colonnello Alessandro Nervi, arriva al termine di una specifica e prolungata attività investigativa ribattezzata ‘Sub Urbe’. I carabinieri sono impegnati nell’esecuzione dei provvedimenti custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone appartenenti al noto gruppo criminale: scoperto un giro di estorsioni aggravate dal metodo mafioso.


LE INDAGINI – Le indagini, avviate anche a seguito della gambizzazione di Massimo Cardoni lo scorso 22 ottobre davanti al supermercato Conad in via Umberto Cagni, a Ostia, sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. I dettagli delle attività sono stati illustrati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino. 
 
 
 
 “SUB URBE” -  Durante l’operazione ‘Sub Urbe’ i militari,  dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Roma  su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, hanno contestato ai 10 arrestati i reati di:
-          Lesioni personali aggravate e illecita detenzione di arma da sparo, aggravati dalle modalità mafiose (artt. 110, 582, 583, 585 co.1° 2° C.P. e art.  2, 4, 7, L. 895/67, aggravati ex art. 7 L. nr. 203/91);
-          Tentata estorsione in concorso, aggravata dalle modalità mafiose (artt. 56, 110 e 629 C.P., aggravato ex art. 7 L. Nr. 203/91);
 
LA GAMBIZZAZIONE - L’attività è stata avviata dopo la gambizzazione, avvenuta il 22 ottobre 2015, 22.10.2015 ai danni di Massimo Cardoni, alias Baficchio, di Ostia, cugino del più noto Giovanni Galleoni, ucciso a colpi d’arma da fuoco il 22 novembre 2011 in via Antonio Forni, a Ostia, assieme al suo fedelissimo sodale Francesco Antonini, quando entrambi si trovavano all’apice della loro ascesa criminale che li vedeva ai vertici di una organizzazione operante sul litorale romano. 
 
 
MASSIMO CARDONI - Massimo Cardoni, 48 anni, romano, con diversi precedenti di polizia, la mattina del 22 ottobre scorso, mentre si trovava nei pressi del supermercato Conad in via Umberto Cagni, a Ostia, fu raggiunto da due persone che si trovavano a bordo di un T-Max e colpito ad entrambe le gambe da due colpi di pistola cal. 7,65, esplosi da uno dei due malviventi. I due attentatori, che indossavano caschi e guanti, scapparono  mentre la vittima fu portata all’ospedale Grassi. 

 
L’AGGUATO - Le indagini, coordinate dalla locale Dda,  hanno consentito di         ricostruire la dinamica dell’agguato ed identificare gli autori del reato e di “acclarare il movente dell’efferato gesto, da ricondurre ad una contrapposizione creatasi tra le opposte fazioni criminali facenti capo rispettivamente al clan emergente degli Spada e alla perdente compagine dei Baficchio/Galleoni, contrapposizione volta ad affermare la supremazia territoriale dell’una rispetto all’altra nella gestione delle illecite attività presenti nel territorio di Ostia Ponente”, si leggere in una nota dei carabinieri.
 
 
LE CASE POPOLARI – Nella nota, inoltre, viene riferito che le indagini hanno fatto “emergere i lucrosi interessi legati alla gestione delle case popolari ubicate nella zona di Ostia Ponente da parte di taluni sodali del clan Spada che provvedono all’arbitraria occupazione delle predette abitazioni e alla conseguente assegnazione a famiglie bisognose che pagano all’organizzazione un corrispettivo in denaro, sottraendone cosi il controllo agli organi istituzionali all’uopo deputati”.
 
 
I RESPONSABILI – “Nello specifico gli inquirenti, supportati dalle indagini tecniche avviate nell’immediatezza dei fatti, sono riusciti ad individuare l’esecutore materiale della gambizzazione, identificato in M.G., 32enne romano, che ha condotto materialmente l’azione di fuoco con il supporto di altri sodali che nella circostanza ricoprivano il ruolo di vedetta e ai quali era stato assegnato il compito di segnalare gli spostamenti della vittima; tra questi vi erano M.M., 38enne romano, D.C.,, 30enne, romano, e M.S, 40enne romano, ai quali la Procura ha contestato il reato di lesioni gravi, aggravate dalle modalità mafiose ex art. 7 L. nr. 203/91”, prosegue la nota.

 
IL BUSINESS - Inoltre, le indagini hanno consentito di fare luce sulla “illecita e lucrosa gestione della case popolari ubicate in via Forni, via Baffigo e via Vasco de Gama di Ostia, area geografica in cui risiedono molti appartenenti alla famiglia Spada e sulla quale questa esercita un forte controllo territoriale”, si legge. Gli investigatori, attraverso le intercettazioni telefoniche e le successive attività di riscontro, hanno “accertato che Massimiliano Spada, Maria Dora Spada detta “Bella”, 32enne, romana, Enrico Spada detto “Pelè”, 51enne romano, Nando Di Dilvio detto “Focanera”, 38enne romano, Silvano Spada, detto “Silvio”, 32enne romano e Ottavio Spada detto “Marco”, 26enne romano, in concorso tra loro, avvalendosi delle condizioni di omertà ed assoggettamento suscitate nelle vittime e derivanti dalla loro comune appartenenza al “clan” degli “Spada”, attraverso numerose condotte estorsive poste in essere in esecuzione di un più ampio disegno criminale, si sono impossessati e stanno cercando di impossessarsi di numerose unità abitative popolari, eludendo così le discipline che regolano la regolare assegnazione delle case in parola e che prevedono una graduatoria stilata da Roma Capitale – Dipartimento Politiche Abitative”.
 
Al termine dell’operazione, gli arrestati sono stati condotti nelle carceri di “Regina Coeli” e “Rebibbia”, a disposizione dell’autorità giudiziaria mandante.