Ostia – Chioschi, ristoranti, bar. Ma anche lettini e ombrelloni. Quattro strutture balneari su cinque di Castelporziano, a Ostia, alcune delle quali aperte tutto l’anno e operative da una decina d’anni, sono state messe sotto sequestro questa mattina durante una maxi-operazione contro l’abusivismo condotta dalla capitaneria di porto di Roma. I servizi, su delega del magistrato della procura di Roma, dottor Palazzi, sono scattati alle 9.30 del mattino e sono tutt’ora in corso. I militari agli ordini del comandante Lorenzo Savarese stanno passando al setaccio tutti gli impianti di Castelporziano, a partire dal Primo Cancello. Al momento sono stati messi i sigilli a quattro chioschi dei famosi ‘Cancelli’: al Secondo Cancello il gestore è stato soltanto denunciato per ‘motivi burocratici’. Sequestrati anche ombrelloni e lettini ma, dichiara il comandante Savarese, potrebbe essere trovata nei prossimi giorni una misura per garantire ai bagnanti i necessari servizi di spiaggia, senza arrecare troppi disagi. I chioschi restano però chiusi, almeno fino a quando non sarà accertata l’effettiva illegalità o legalità delle strutture.


L’operazione della capitaneria di porto di viale Traiano, volta a garantire la legalità su questa porzione del litorale lidense, nasce dal sequestro, avvenuto lo scorso anno, dei documenti custoditi presso la sede del municipio X (ex XIII) relativi alle concessioni e ai permessi ad operare dei chioschi. “Un anno fa sequestrammo tutte le carte in municipio”, spiega il comandante Savarese: “dopo un anno di indagini abbiamo accertato che queste strutture non hanno alcun titolo ad operare. E’ abusivismo totale. Stiamo cercando di identificare i titolari e di capire come sia possibile che impianti e ristoranti originariamente di 70 metri quadri si siano allargati fino a coprire 700 metri quadri”. La capitaneria sta effettuando controlli anche sul personale che vi lavora per accertare che sia stato regolarmente assunto. L’attività è coordinata dalla direzione distrettuale marittima di Civitavecchia.

Nessuno dei cinque chioschi presenti a Castelporziano avrebbe mai pagato canoni di concessione e servizi. Inoltre, la maggior parte sarebbero stati ampliati a dismisura. Dalla metratura originale autorizzata di circa 70 mq, sono diventati ristoranti di 700, 800 mq aperti per tutti i dodici mesi. I militari hanno sequestrato anche tutti i documenti contabili e commerciali, per risalire a chi effettivamente abbia gestito i chioschi in questi anni.


Per il turismo balneare di Ostia il sequestro di questa mattina rappresenta una ulteriore tegola. Un ‘problema’ che si aggiunge a quelli già esistenti e che rischia di compromettere l’immagine del ‘mare di Roma’ benché la questione della presunta illegalità delle spiagge di Castelporziano fosse stata sollevata, ripetutamente, da Sel del municipio X, (ex XIII). Tra maltempo, erosione, crisi economica e l’ombra del racket che aleggia sui chioschi di ponente la situazione non è affatto rosea. La stagione estiva è appena cominciata ufficialmente ma le spiagge ancora non sono state pulite, di ripascimento degli arenili non se ne sa nulla e a lungomare di ponente i chioschi ‘continuano’ ad andare in fiamme.


Ieri sera l’allarme è scattato alle 7.30 quando è andato a fuoco il tetto in paglia del famoso Faber beach, a lungomare Paolo Toscanelli, di fronte all’ex colonia Vittorio Emanuele. Proprio a due passi di quel che resta del chiosco Glam, incendiato la sera del 21 aprile da tre uomini dal volto mascherato che, dopo aver preso a sprangate il custode, un cittadino marocchino di 38 anni, hanno appiccato il fuoco. Per quanto riguarda il Faber, fortunatamente, si è trattato soltanto di un incidente avvenuto nella cucina della struttura. Ma la preoccupazione e la paura restano. Purtroppo, con il Glam sale a due il numero dei chioschi incendiati. L’altro, il Blanco lounge bar di piazza Gasparri è ancora lì, tutto annerito e devastato a due anni dall’attentato.