Ostia, degrado e pericolo allo skate park. Zanchelli: “Totale disinteresse del vicariato”
Ostia – Sono ormai trascorsi più di quattro mesi dal sequestro dello skate park ‘The Spot’ ma né la struttura è stata dissequestrata né, tanto meno, è stato individuato un luogo alternativo dove l’associazione sportiva, nata dieci anni fa a Nuova Ostia, possa riprendere in maniera più stabile le proprie attività. Ed intanto l’impianto sportivo di via Domenico Baffigo, centro di eccellenza per gli street sport – dallo skate board al bmx al parkour – versa nel degrado più totale. A frequentarla, abusivamente, sono ragazzi che scavalcano le recinzioni, infischiandosene dei sigilli apposti il 14 agosto scorso dai carabinieri, per continuare a volteggiare su quel che resta delle rampe, mettendo a repentaglio anche la propria incolumità. Accanto a loro ladri e balordi che hanno rubato, vandalizzato, distrutto un impianto il cui valore stimato era di 250.000 euro. Dopo il sequestro l’intera area è stata affidata al vicariato e, nel caso specifico, ne è responsabile monsignor Andreatta. Facendo un passo indietro, infatti, lo skate park è stato messo sotto sequestro per abusivismo edilizio in quanto sorgerebbe su un terreno destinato all’edificazione di una parrocchia, attualmente ospitata in un negozio su strada in via Domenico Baffigo.
Il sequestro del ‘The Spot’ destò grande scalpore perché grazie allo skate park in un quartiere notoriamente difficile come Nuova Ostia molti ragazzi erano stati allontanati dalla droga e anche dal prendere delle pericolose ‘scorciatoie’. Creatore del progetto il campione sportivo Willy Zanchelli che con un gruppo affiatato di collaboratori ha trasformato l’impianto in un centro tra i più noti non solo a livello locale e nazionale ma addirittura internazionale avendo ospitato cinque Campionati del mondo di skate board e di altre discipline ‘di strada’. Ma adesso i cavi elettrici sono stati tagliati per scollegare l’allarme e poter razziare indisturbati. “Ora il park è privo di drenaggio, quindi si sta rapidamente deteriorando, con ulteriore rischio per la safety degli imperterriti ed illegali praticanti, che sfrecciano tra schegge di legno, viti protruse e lamiere deformate. Attenzione!”, ammonisce il presidente.
In questi mesi Willy Zanchelli ha tenuto duro, restando in silenzio, aspettando “che chi di dovere facesse il suo lavoro”. “Era indispensabile”, afferma il presidente dell’associazione, “da parte nostra la massima collaborazione ed il rispetto per le leggi e le istituzioni, magistratura e Vicariato in primis. E’ però giunto il momento di dire ‘basta’”. A far scattare la ‘necessità’ di far sentire la propria voce il fatto che nel giorno di natale, come avverrebbe “ormai regolarmente da mesi, ‘The Spot’ era pieno di gente… Sembrava di essere tornati indietro nel tempo... Bellissimo, non fosse che stiamo parlando di un’area sotto sequestro e sotto la responsabilità legale di un custode giudiziario, ossia il Vicariato di Roma attraverso monsignor Andreatta”. A quanto riferisce William Zanchelli, nessuno fino ad oggi avrebbe preso alcuna iniziativa per evitare l’accesso all’area. E paradossalmente gli unici che si sono preoccupati di non entrare sono stati propri gli appartenenti dell’associazione che avrebbero voluto “recuperare materiali, documenti ed attrezzature indispensabili per le attività, che continuano sotto altra forma ed in altre location”. “Dal giorno del sequestro, la nostra vita è cambiata: tanto per fare un esempio, pur non essendo responsabili del park, veniamo costantemente chiamati da singole persone o dalle forze dell’ordine che intervengono perché trovano qualcuno all’interno… Come dire, siamo chiamati nel quotidiano a rispondere del park ma non possiamo accedere. Una situazione pirandelliana!”, si sfoga Zanchelli.
Inoltre, con rammarico riferisce che tutto quello che aveva un valore materiale è stato trafugato, mentre il resto distrutto... “Ad oggi, 10 anni di storia, lavoro ed impegno sono stati gettati alle ortiche grazie principalmente al disinteresse del Vicariato”, denuncia: “dopo l’iniziale incontro di settembre avuto con mons. Andreatta, durante il quale ci sono state propinate - come temevamo - tante fumose chiacchiere, stiamo registrando il totale disinteresse sulla vicenda. Il prelato ed i suoi uffici si negano costantemente al telefono benché quello che chiediamo inutilmente da mesi sono un po’ di dialogo ed un minimo di collaborazione per poter sensibilizzare le forze dell’ordine a vigilare sull'area”.
E in un estratto del comunicato stampa diffuso ieri dichiarano: “Che cosa possiamo fare adesso noi di The Spot? In sostanza, molto poco... E’ certo che continueremo a rispettare le leggi, ma intendiamo fare tutto il possibile perché siano riconosciute le responsabilità – legali e morali – delle parti in causa. In particolare stiamo valutando la possibilità di citare in giudizio il Vicariato di Roma, non fosse altro per dimostrare che crediamo in quello che abbiamo fatto per dieci anni, e nella speranza che questo serva a rinfocolare l’interesse sulla vicenda. Cogliamo l’occasione per far nuovamente notare al Vicariato e a monsignor Andreatta che li riteniamo responsabili del furto di materiali per un valore di decine di migliaia di euro. E ricordiamo anche che il Vicariato stesso sarebbe responsabile ai termini di legge (per mancata osservanza dell’obbligo di vigilanza e tutela) nel caso qualcuno si facesse male all’interno dell’area”. A conclusione, però, uno scatto d’orgoglio: “Ma ricordate… U can’t stop ‘The spot!’”.
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