Ostia, scuola Doremidiverto, genitori all’attacco: “Cosa ne è stato dei 2.500.000 euro stanziati?”
Ostia – Ancora chiusa e abbandonata al degrado e all’incuria l’ex materna Doremidiverto di Ostia. A frequentarla qualche sbandato che, dopo essere entrato, riempie i carrelli con materiali ferrosi e poi se ne va. Senza sapere che sono contaminati, come certificherebbe un documento redatto dalla Asl Roma D nel 2012 e venuto alla luce soltanto in questi giorni. I genitori, che hanno presentato un’interrogazione al presidente del Municipio X, Andrea Tassone, chiedono che cosa ne sia stato della prevista ristrutturazione e soprattutto dei 2.500.000 euro già stanziati ed appaltati per la riqualificazione della scuola. A preoccupare le famiglie, inoltre, la presenza nell’area, dopo l’incendio che la distrusse a settembre del 2012, di residui di amianto, definiti ‘pericolosi’ nel certificato della Asl Roma D. Nelle vicinanze di quel che resta dell’edificio vi è infatti la scuola elementare e media Sangallo. E anche abitazioni.
Ma facciamo un passo indietro ripercorrendo la storia, travagliata, della Doremidiverto, l’unica materna a servizio dei bambini e delle famiglie di Ostia centro. Nell'ottobre 2009 compaiono i topi a scuola. La materna viene chiusa per qualche giorno per permettere la derattizzazione. Ma subito dopo ‘salta fuori’ la relazione della Romana ambiente che afferma che nella scuola c'è l'amianto. Un'altra relazione dell'ufficio tecnico del municipio mette nero su bianco che la struttura, su 7 parametri di valutazione, ne ha ben 4 gravemente insufficienti, dunque non è una scuola sicura. A giugno 2010 la scuola viene chiusa. Da lì in avanti si ventila l'idea di proporre un progetto innovativo. Il 22 ottobre del 2010 l’allora assessore ai lavori pubblici del municipio X convoca una riunione nel suo ufficio per discutere della demolizione e ricostruzione della Doremidiverto, convocando personalmente i genitori. Segue un fittissimo scambio di mail che Enrico Sarazzi, un papà, ha tutt’ora conservato. La corrispondenza elettronica coinvolge i componenti del Comitato dei genitori, Chiara Cecilia Cuccaro, responsabile edilizia scolastica Dip. XII Di Roma, per discutere del progetto elaborato da un genitore architetto con la supervisione dell'Università La Sapienza, tramite Cirps, un consorzio interuniversitario. Il progetto è formalmente trasmesso all'amministrazione tramite una pec (posta elettronica certificata).
Si arriva così al 3 novembre 2010 quando al dipartimento si tiene la conferenza di servizi dove viene presentato il progetto elaborato dall'amministrazione, perché quello delle famiglie non era stato accettato ma nemmeno visionato. “Il progetto dell’amministrazione? Uno schifo: vecchio ancora prima di essere fatto, con una struttura simile alla vecchia scuola”, commenta Enrico Sarazzi, tanto è vero che il giorno successivo, 4 novembre, il Comitato scrive una accorata mail alla Cuccaro per esprimere “tutta la nostra insoddisfazione”. Nonostante lo scontento, il progetto è approvato in giunta nel mese di dicembre 2010. Poi il silenzio assoluto fino al 6 luglio 2011 quando i genitori sono invitati nella sede del municipio per la presentazione del progetto definitivo della scuola. “Con molta enfasi l’allora assessore annuncia l'imminente costruzione della scuola, con un progetto un po' meno brutto di quello precedente, ma non certo bello come il nostro e di gran lunga più costoso! Da allora, scende l'oblio che conosciamo tutti”, prosegue il papà.
Seguono mesi di abbandono fino a quando, nel novembre 2011, la scuola, già in condizioni pietose ma con impianti ancora funzionanti di gas e luce viene occupata da alcune famiglie in emergenza abitativa, allontanate dalla forza pubblica dopo pochi giorni. Per evitare il ripetersi di analoghe situazioni l’edificio viene ”spogliato” di porte e infissi, lasciando in bella vista anche il famigerato soffitto dove l’’amianto fantasma’. Nel frattempo i genitori del Comitato, attraverso i media locali, rilanciano all’attenzione delle amministrazioni il problema. Nel giugno 2012 viene presentata (con Prot. 61344 del 13/06/2012) al sindaco, ai Dipartimenti interessati nonché al municipio, una petizione popolare con circa 1.200 firme di cittadini e genitori stanchi della situazione. Il 12 luglio 2012 il consiglio municipale con l’ordine del giorno n. 25 impegna l’allora minisindaco ad attivarsi presso il sindaco per l’allentamento del “Patto di Stabilità” sottolineando il caso della Doremidiverto come una urgenza sociale e ambientale del territorio. Infine, a settembre 2012 scoppia l’incendio a due giorni dall’inizio delle scuole. “Senza curarsi dell’assenza o presenza dell’amianto due giorni dopo iniziarono comunque le lezioni nei plessi limitrofi - medie elementari e materna- i risultati arrivarono dopo circa dieci giorni, ma fatti in tutta fretta e non a norma”, continua Enrico Sarazzi.
E dopo un anno e mezzo, con le macerie che giacevano ancora lì, scoperte o coperte malamente dai teli, alla mercè di poveracci che racimolano pezzi di metalli contaminati, ecco la novità: il crisolito! E’ un minerale appartenente alla classe dei silicati, sottoclasse dei fillosilicati, del gruppo dell’amianto. Molto ricercato per via delle sue proprietà fibrose, di incombustibilità e di bassa conducibilità termica, ha però gravi conseguenze sull'organismo umano proprio per via della sua natura fibrosa. La Asl RmD ha incaricato su richiesta del Municipio una società per la caratterizzazione delle macerie. “Perché”, si chiedono le famiglie, “la Asl stessa, appena avuto risultato dell’esito del prelievo del 7 novembre 2012, non ha informato tutti della pericolosità della materia in oggetto? E perché la giunta precedente, come anche quella attuale, lo hanno tenuto nascosto? Di fronte si trova un grande plesso scolastico che comprende materna, elementare e medie, oltre ad un condominio. Ufficialmente il “patto di stabilità” blocca tutto l’iter della ricostruzione”, proseguono. “Nell’ultimo bilancio di Roma Capitale comunque i soldi per l’edilizia scolastica sono solo spiccioli!”. E allora ecco ritornare le domande dei cittadini: “Che fine hanno fatto i 2.500.000 di euro stanziati ed appaltati? Perché non chiedere fondi per la bonifica alla Regione o a Roma Capitale? Non si vorrà fare magari un cambio destinazione d’uso? Quali sono oggi sono le priorità in una città civile?”. Enrico Sarazzi, insieme ad altri genitori intende andare avanti per avere risposte che non possono più attendere oltre. A sostenere le richieste dei cittadini i consiglieri del Movimento 5 Stelle che hanno presentato l’interrogazione al presidente Tassone. I cittadini attendono con ansia una soluzione ad una vicenda che si trascina da ormai cinque anni.
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