Ostia - Sono più di dieci anni che nel quartiere di Parco della Vittoria, a Ostia levante, si è avuta dimostrazione di come il bombardamento invisibile delle onde elettromagnetiche di più antenne sia nocivo alla salute. Dalla nostra drammatica esperienza sono emerse delle semplici regole per evitare danni ai cittadini. L’attuale amministrazione ci ha ascoltato e sta per partire un Osservatorio permanente. Non possiamo che esserne lieti. Ma per i danni del passato ad un intero quartiere che viene fatto? Sembra, il “sembra” è d’obbligo, che si stiano attivando per eliminare le rimanenti 9 antenne posizionate sulla Torre Acea. Il presidente Andrea Tassone, oltre ad avere scritto all’Acea ricordando l’impegno preso nel 2006 di non rinnovare i contratti alla loro scadenza, ha dato incarico all’Assessore all’urbanistica Giacomina Di Salvo di cercare i siti alternativi. Da parte sua l’assessore ai lavori pubblici, Antonio Caliendo, sta organizzando un tavolo con tutti gli interessati proprio per velocizzare la soluzione e chiudere finalmente una parentesi altamente drammatica che un intero quartiere ha vissuto e continua, ahimè, a vivere. Lo dichiara in una nota il comitato di quartiere Parco della Vittoria-Silvio Messina.

 

“Per tenere alta l’attenzione abbiamo deciso di essere la loro coscienza: ad ogni consiglio, che di solito si svolge di martedì e giovedì, saremo presenti all’ingresso del municipio con i nostri cartelli azzurri e gialli. Questo gesto”, prosegue il comitato, “vuole solo essere un pungolo alle loro coscienze. Non si tratta né di una protesta né tanto meno di una manifestazione. E qui chiediamo l’aiuto “agli uomini di buona volontà”: venite a darci una mano. Dateci la vostra disponibilità: più siamo più  facciamo vedere che i cittadini vegliano e sollecitano… Si tratta di una presenza di circa un’ora, non di più.  Un altro modo per ricordare che la Torre Acea deve essere liberata è quello di apporre attorno ad essa le lenzuola. Lo abbiamo fatto ma sono durate meno di una settimana: qualche incivile le ha strappate, così come ha strappato le comunicazioni per i residenti che il comitato affigge sulla bacheca. Gesti così non meritano commenti. Ma bisogna rimettere le lenzuola. Vi invitiamo ad essere parti attive: portatecene e lasciatele pure al bar Fortuna, di fronte all’ingresso del Parco della Vittoria”. 

 

“A  proposito del Parco della Vittoria, come già annunciato il concessionario ha ricevuto lo scorso agosto la revoca della concessione. Ha pensato di opporsi (il nostro commento è censurabile)  e nei giorni scorsi ha mandato un operaio per dare una parvenza, solo una parvenza, di pulizia del parco. Una piccola e modesta sfalciatura, operazione che non era stata fatta dall’agosto 2010 allorché l’Assessore De Lillo batté i pugni. Dopo di allora il concessionario è stato completamente assente, latitante. Per la verità la sua presenza c’era: nella zona commerciale, che lavora ininterrottamente dal 2002 senza nessun controllo da parte dell’Amministrazione capitolina (quella precedente). Finalmente c’è aria fresca, voglia di fare pulizia (quella vera). E questo è un segnale forte che noi cittadini apprezziamo. Non abbiamo mai accettato la distruzione per incuria di un parco al centro di Ostia, né il degrado di tutta una zona che ne è scaturito. E non basta certo una parvenza di sfalciatura a rimediare ai danni che sono stati fatti a beni che appartengono alla collettività. E ci vuole una bella incoscienza a non mollare l’osso: evidentemente si cerca di finire di spolparlo. Approfittiamo per farvi sapere che nei nostri vari incontri con gli assessori abbiamo fatto presente tutti i problemi del quartiere, tra i quali i pini secchi e malati di via Capitan Casella, lo stato di marciapiedi e strade, il mercato abusivo, le tendopoli all’interno del fazzoletto di verde di piazza Aleria, tanto per citarne qualcuno. Dobbiamo dire che abbiamo la sensazione che abbiano la voglia e l’entusiasmo di mettere mano alle varie situazioni affinché Ostia torni ad essere vivibile. Certo, l’incuria e l’abbandono che hanno trovato fa sì che ci vorrà tempo per rimediare. Il territorio è vasto e le emergenze tante. Ma piano, piano, una per una, dalle più urgenti fino ad arrivare alle ordinarie, le soluzioni arriveranno. Almeno noi ci crediamo”, conclude Alessandra Perlusz, presidente del direttivo.