Ostia - “La battaglia per la legalità che l’amministrazione di Roma Capitale sta conducendo nel Municipio X, lo ricordo al M5S, non è ‘à la page’, e soprattutto non è strabica perché per noi non ci sono animali più uguali degli altri”, dichiara Alfonso Sabella, assessore alla legalità del comune di Roma e delegato per il litorale del sindaco, replicando ad una nota diffusa sabato 1 agosto dal M5S X municipio in merito alle sanzioni elevate dalle forze dell’ordine per alcune violazioni riscontrate alla spiaggia libera ‘Spqr’ sul lungomare Amerigo Vespucci, gestita da Libera e Uisp.



Non sento dunque il bisogno di un’interrogazione del M5S per verificare se le irregolarità riscontrate anche - e sottolineo anche - sulla spiaggia affidata a Libera e Uisp, siano tali da portare alla decadenza della relativa concessione (si tratta di possibili violazioni a norme in materia di alimenti con sanzioni fino a 3.000 euro), perché il relativo controllo è stato disposto direttamente da me, d’intesa con la Prefettura e nell’ambito delle verifiche di legalità di tutte - e sottolineo tutte - le concessioni sul litorale di Ostia. Anche se il M5S subdolamente non lo dice, infatti, all’ispezione hanno congiuntamente partecipato non solo i carabinieri e la guardia di finanza, ma anche polizia di stato, Ispettorato del lavoro, Asl e, ovviamente, la Polizia locale del Municipio, se non fosse chiaro”, prosegue l’assessore Sabella.


“La stessa cosa non si può certo dire per i “nobili” e “puri” M5S, visto che il loro rappresentante sul litorale, la stessa persona che oggi chiede di revocare la concessione a Libera è proprio colui che, da consigliere del Municipio, guarda caso ha voluto celebrare le nozze del precedente titolare della stessa spiaggia che il Municipio ha escluso dalla successiva gara, con determina confermata anche dal Consiglio di Stato, perché condannato con sentenza definitiva per i reati (reati e non ipotesi di violazioni amministrative) di resistenza a pubblico ufficiale e, guarda ancora il caso, occupazione abusiva di beni demaniali”, continua. “E non è nemmeno la prima volta che il M5S confonde su quel territorio i cattivi con i buoni e la mafia con l’antimafia: il 12 giugno scorso, dopo una riunione organizzata sempre dal loro rappresentante locale, e tenutasi nottetempo in una struttura pubblica (aperta non si sa da chi e con quale autorizzazione), una deputata del M5S aveva affermato di essersi incontrata “con gli imprenditori onesti, quelli che non si sono mai piegati alla logica delle mazzette, quelli che portano avanti un’attività al meglio delle loro forze senza imbrogliare e senza mangiarsi la città” e cioè con quegli stessi concessionari degli stabilimenti balneari che hanno negato, per trent’anni, il mare ai cittadini e che, giusto mercoledì scorso, hanno massacrato di botte un ragazzo pagato in nero 40 euro per 12 ore di lavoro sotto il sole perché si era semplicemente messo all’ombra. Capisco che la brezza di legalità che adesso si respira su quel territorio può inebriare ma non pensavo fino al punto da far farneticare”, conclude l’assessore Sabella.



“…Visto che Carabinieri e Guardia di Finanza hanno elevato multe per un ammontare di 27.662 euro a spiagge libere del Comune di Roma tra cui La Cajenne e Spqr, quest'ultima gestita da Uisp e Libera”, è scritto sulla nota diffusa ieri dal M5S X municipio, “Ancor più clamoroso se si pensa che infrazioni, inadempienze arrivano da coloro che fino all'altro ieri parlavano di “percorsi di legalità e corresponsabilità insieme ad una felice gestione del bene comune ‘mare di Roma’, nella legittimità e nel rispetto dell’ambiente”. “La spiaggia libera Spqr è un bene di tutti i cittadini, affidata in gestione a Uisp e Libera dal Comune di Roma, per questo il Movimento 5 Stelle del X Municipio presenterà un’interrogazione su questi gravi fatti che, se confermati, devono portare immediatamente al ritiro delle convenzioni. Scriverò a don Ciotti, - dichiara Paolo Ferrara, già capogruppo del M5S al X Municipio – per chiarire questa situazione, il Partito democratico e Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) non possono continuare a prendere in giro un'intera comunità. Mettano pertanto giù le mani dai beni comuni. Il tempo degli amici degli amici a spese del contribuente è finito".