Ostia - Si è tenuta ieri la commissione urbanistica del municipio XIII, presieduta da Sergio Pannacci (PDL) per l’espressione di parere sulla proposta di delibera n. 26, relativa al "waterfront di Roma". Di seguito pubblichiamo il testo integrale della seduta, testo che ci è stato inoltrato dal comitato di quartiere Parco della Vittoria-Silvio Messina:

 
“In estrema sintesi riportiamo i passaggi più importanti della seduta. Presente per il comune di Roma l’Arch. Vittoria Crisostomi, dirigente dell'Ufficio "Promozione del Litorale” del Comune di Roma". In aula, tre dirigenti dell'ufficio tecnico del XIII Municipio, i consiglieri Paolo Orneli e Marco Belmonte (PD), Stefano Salvemme e Tonino Ricci (Gruppo Misto), Carmine Stornaiuolo (UDC). Si fa presente che sul sito della partecipazione la documentazione è fortemente carente, mancando all’appello ben 49 documenti (l’elenco viene consegnato e messo a verbale). La Crisostomi risponde che hanno inserito in modo discrezionale i documenti più semplici per la comprensione della portata del progetto da parte dei cittadini. Le si replica che se è vero che non è obbligatorio per legge inserire on-line tutti i documenti, sarebbe stato se non altro opportuno per il principio della trasparenza, ma che comunque era obbligatorio per legge rendere disponibile l’intera documentazione per pubblica consultazione in Municipio XIII, predisponendo un posto adeguato. Cosa che non è avvenuta. L’intera documentazione è stata portata (ma non è stato possibile visionarla) solo ieri in Commissione. Dunque si è avviato il processo partecipativo il 6 marzo on-line ma al 20 marzo l’intera documentazione non è di fatto ancora disponibile.

 
La Crisostomi smentisce il presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani sulle complanari della Cristoforo Colombo. Infatti, durante l'incontro avvenuto con l'Ass. Corsini, presenti, oltre ai rappresentanti del tavolo, anche la stessa Crisostomi e Vizzani, quest’ultimo aveva affermato che le complanari della Colombo erano finanziate dallo Stato in una imprecisata voce di bilancio. La Crisostomi ha dichiarato in Commissione Urbanistica che in realtà solo una piccola parte è a carico del waterfront mentre tutta la parte restante sarà finanziata da lottizzazioni convenzionate, cioè nuovo cemento. Si fa presente che non esiste un documento sulla mobilità senza ricevere una risposta. La Crisostomi si limita a fare l’elenco di alcune opere previste sulla viabilità e a confermare che il ponte della Scafa non è incluso nel progetto.


Sull'Idroscalo di Ostia. La Crisostomi ribadisce che l’abitato non può rimanere lì perché l'ABT (Autorità del Bacino del Tevere) non consente la presenza umana in area R4 (su questo è un po’ confusa. L’Idroscalo di Ostia si trova sulla foce).  Le si replica facendole notare che in tutti questi anni gli uffici del Comune di Roma non si sono posti questo problema, visto che hanno danno l'ok a progetti in area R4, cioè dove vive quasi la metà della popolazione di Ostia.  Per quanto concerne i grattacieli presenti negli elaborati afferma che si tratta semplicemente di una simulazione. Le si ricorda quanto da Lei affermato nella riunione con Corsini (il tavolo dispone di registrazione audio) e cioè che i grattacieli erano stati eliminati perché bocciati dalla Soprintendenza. Replica semplicemente affermando che si tratta di una simulazione. I volumi possono essere spostati dai proponenti nel concorso di idee.

 
Il consigliere Paolo Orneli chiede chiarimenti sull’area ex-IBIS. Si fa presente che è uscita la sentenza del Consiglio di Stato 6656/2012 che ribadisce che i diritti edificatori non esistono così come le vocazioni edificatorie.


- La Crisostomi afferma inoltre che la necessità di parcheggi è di soli 6 ettari. Si fa presente che in realtà il fabbisogno è di 27 ettari dai calcoli dello stesso Comune di Roma.

- Si fa inoltre presente alla Crisostomi che la proposta di delibera non tiene conto della legge sulle Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani G.U. n°27 del 1-2-2013. Non risponde.

- In tema di standard urbanistici si ribadisce quanto contenuto nel documento sugli standard elaborato dal tavolo (v. LINK, che viene messo a verbale insieme al documento sulla mobilità - v. LINK)  e cioè che è inaccettabile che i calcoli siano stati fatti su base 2003. La Crisostomi si limita a rispondere che si è attenuta al PRG e dunque non era tenuta ad usare altre fonti, anche negli indici correttivi. Il tavolo partecipativo ribadisce che un professionista, per altro pagato dai cittadini, dovrebbe svolgere la propria mansione avendo presente oltre alle regole/norme anche il dovere etico-morale.

- In riferimento al conteggio degli standard da parte del Comune di Roma che esclude Osta Antica e Stagni (che invece sono inserite nel progetto del waterfront) la Crisostomi afferma che sono stati esclusi perché sono in over-standard. Si fa presente che è falso. Risponde che non è colpa sua se gli altri uffici le dicono che gli standard in quel “rettangolo sono a posto e invece non sono a posto”. Lei si attiene a quello che gli dicono e non spetta a lei verificare. Si fa notare che detto da un membro effettivo dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica)  e docente del corso di “Fondamenti dell’Urbanistica” presso l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Facoltà di Architettura "L. Quaroni" la cosa è inaccettabile. 

- Per quanto concerne gli stabilimenti balneari definiti “servizio pubblico di livello urbano” replica che se li avesse considerati attività turistiche si sarebbero abbassati i livelli di richiesta di standard. Si fa presente che era necessario attenersi alla legge che li definisce "attività turistiche" e che l’affermazione è falsa in quanto cambia il carico urbanistico.

- Infine ribadisce che la delibera, pur riferendosi al “waterfront”, in effetti non contempla gli stabilimenti balneari e le spiagge. Si fa presente che a questo punto non si comprende perché si chiami questa delibera “waterfront” o “Lungomare” visto che il mare ne è escluso, ma quando fa comodo gli stabilimenti, come i grattacieli, scompaiono e ricompaiono. La Commissione si chiude senza espressione di parere”.