Roma - Anche Legambiente questa mattina ha partecipato alla manifestazione convocata dal Coordinamento nazionale amianto a Roma in piazza Montecitorio per denunciare il forte ritardo in cui si trova il Paese negli interventi di risanamento e di tutela sanitaria dei lavoratori e dei cittadini. Le richieste presentate al Parlamento riguardano il finanziamento del piano nazionale amianto, degli interventi di bonifica nei Siti di Interesse Nazionale più compromessi, l’estensione del Fondo delle Vittime dell'Amianto e la discussione dei disegni di legge in materia. Nel Lazio ci sono almeno 2.907 tonnellate di amianto dislocate in 1.175 edifici pubblici, ricorda Legambiente rilanciando i dati pubblicati nell’ultimo dossier dell'Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità dell'associazione, alle quali si aggiungono tra le 360mila e le 700mila tonnellate di tetti e coperture private. Nel 2012 sono state rimosse 16mila tonnellate di amianto, secondo i dati forniti dal Centro regionale amianto nel corso di un'audizione in commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, e "con questo ritmo ci vorranno almeno 60, 70 anni per eliminare del tutto questa sostanza dagli edifici del Lazio."

 

“A più di vent'anni dalla legge che impedisce l'estrazione e l'utilizzo dell'amianto c'è ancora tanto da fare anche nel Lazio -afferma Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio, che ha partecipato alla manifestazione-. Va conclusa la mappatura delle strutture in amianto e avviata la bonifica, approvando anche subito una specifica norma regionale e favorendo la sostituzione delle coperture con tetti fotovoltaici per fermare quella che è una strage silenziosa.” Legambiente sollecita l'approvazione di un Piano regionale amianto, per completare la mappatura dei siti con amianto, informare i cittadini e incentivare la rimozione in maniera da abbattere i costi della bonifica. In tal senso, è estremamente positivo il nuovo impegno annunciato dalla Regione Lazio sull'amianto con una proposta di legge regionale alla quale sta lavorando la consigliera Cristiana Avenali della Commissione Ambiente, che ha richiesto la partecipazione ai tavoli di discussione di tutte le associazioni interessate.