Roma, oggi l’ultimo saluto al prefetto Antonio Manganelli
Roma - Oggi alle ore 13 il corteo con il feretro di Antonio Manganelli è transitato in via Nazionale nei pressi della questura di Roma.
In tanti, poliziotti, dipendenti civili e semplici cittadini si sono fermati per dare un ultimo saluto al capo della polizia prima che raggiungesse la camera ardente alla Scuola superiore di polizia.
Molti tra i presenti hanno avuto in passato il privilegio di collaborare alle indagini dirette dal Prefetto Manganelli. Al passaggio del corteo, il capo è stato omaggiato con applausi e saluti alla visiera dagli uomini e donne della Questura di Roma.
Antonio Manganelli era nato ad Avellino 62 anni fa ed era al vertice del Dipartimento di pubblica sicurezza dal 25 giugno 2007. Come capo della polizia aveva preso il posto di Gianni De Gennaro di cui era stato il vice. Negli anni Ottanta, quando prestava servizio al Nucleo Anticrimine della Polizia, ha collaborato a lungo con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Manganelli è deceduto nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Giovanni di Roma dove era ricoverato da oltre tre settimane. Il 24 febbraio era stato operato d'urgenza per l'asportazione di un edema cerebrale.
I funerali si terranno sabato alle 11 nella basilica di Santa Maria degli Angeli, in piazza della Repubblica, a Roma.
Lo scorso 24 febbraio il ricovero d'urgenza all'ospedale San Giovanni di Roma per l'asportazione di un edema cerebrale. Da allora il capo della polizia, Antonio Manganelli, non ha più lasciato il reparto di rianimazione. Le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate negli ultimi giorni e ieri mattina si è spento. Aveva 62 anni. Negli ultimi anni aveva lottato contro un tumore che lo aveva portato a passare alcuni mesi negli Stati Uniti per curarsi.
Unanimi i riconoscimenti al suo operato. Le massime istituzioni, la politica tutta, hanno reso omaggio al "servitore dello Stato". in ospedale si sono susseguite le visite dei vertici della sicurezza italiana. La polizia si è stretta commossa attorno al suo capo, vegliato dalla moglie Adriana e dalla figlia ventenne Emanuela. Domani sarà allestita la camera ardente alla Scuola superiore di polizia.
Manganelli è stato nominato al vertice della polizia il 25 giugno del 2007, dal governo Prodi. Ha preso il posto di Gianni De Gennaro, amico e collega con cui ha condiviso passi importanti della sua carriera. E proprio De Gennaro - ora sottosegretario con delega all'intelligence - è rimasto tutta la mattinata in ospedale a fianco dei familiari del prefetto.
Presenti anche il comandante dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli e quello della Guardia di finanza, generale Saverio Capolupo. Oltre naturalmente ai suoi vice, il vicario Alessandro Marangoni, Francesco Cirillo e Matteo Piantedosi. Sono passati per l'ultimo saluto anche due ex stretti collaboratori del capo, Francesco Gratteri e Gilberto Caldarozzi, condannati definitivamente per le violenze del G8 di Genova.
Commossa nel suo ricordo il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri. "Gli sono debitrice - spiega - per la leale collaborazione che mi ha dato e per il grandissimo e disinteressato aiuto che mi ha offerto in questo lavoro che per me era assolutamente nuovo. Era un numero uno. Non solo per il fiuto da poliziotto, non solo per la capacità di dirigere l'imponente macchina alla quale tutti i cittadini italiani affidano la propria sicurezza, non solo per la solida e democratica dedizione che ha saputo mettere al servizio dello Stato. Era un numero uno soprattutto per le qualità morali che erano parte integrante di tutte le cose che ha fatto. Ed è stato d'esempio per tutti noi per il coraggio, la forza e l'orgoglio con cui ha affrontato il lungo calvario della malattia che lo ha portato a lasciarci".
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, impegnato ieri nelle consultazioni, ha chiamato il ministro Cancellieri chiedendole di rappresentare prontamente alla famiglia del prefetto i suoi sentimenti di solidarietà e all'intera amministrazione della Pubblica sicurezza il suo partecipe cordoglio.
Per il premier Mario Monti, "nonostante la lunga malattia, il prefetto Manganelli è sempre stato un esempio di servitore dello Stato, una guida autorevole e aperta al dialogo, anche nelle situazioni più difficili". Addolorato il presidente del Senato. "Per me - ha detto Pietro Grasso - è scomparso oggi non solo un eccezionale servitore dello Stato, ma anche un amico e una persona con la quale ho avuto modo di collaborare più volte nel corso della mia carriera all'interno della Magistratura, sempre apprezzandone le doti non comuni di investigatore e di uomo delle Istituzioni". "Ha dedicato la sua vita - gli ha fatto eco il presidente della Camera, Laura Boldrini - al servizio delle Istituzioni". Per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, "l'Italia perde un uomo di grande valore, le Istituzioni un funzionario sempre fedele. Manganelli ha svolto un lavoro difficile con competenza e lealtà". Sulla stessa linea, per una volta, il leader del Pdl Silvio Berlusconi. "Con il suo innato equilibrio e con la sua azione sempre efficace - ha affermato il Cavaliere - Manganelli ha assicurato alla Polizia una guida intelligente e ha garantito al governo del Paese una difesa costante della sicurezza dei cittadini". "Maestro di vita - lo ha salutato il segretario della Lega ed ex ministro dell'Interno Roberto Maroni - e amico vero. Rimarrai per sempre nel mio cuore".
Un omaggio, forse inatteso, arriva anche da Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, il ragazzo di Ferrara morto durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005. Per la sua morte sono stati condannati quattro agenti. In quell'occasione Manganelli scrisse una lettera di scuse ed incontrò la donna. Oggi ha scritto sulla sua pagina di Facebook. "E' morto Manganelli. A me dispiace sinceramente, e mando un abbraccio alla sua famiglia".
'Grazie Capo per quello che hai fatto'. Il Siulp, appresa la notizia che il Capo della Polizia Antonio Manganelli è deceduto, esprimono "profondo e sentito cordoglio per la scomparsa di un grande servitore dello Stato e di un uomo che ha fatto della sua vita un esempio di dedizione assoluta al Paese e alla legalità sino agli ultimi giorni della sua vita". "Il Siulp, nello stringersi attorno alla moglie, alla figlia e ai familiari tutti per la gravissima perdita, preferiscono ricordarlo - sottolinea una nota - con l'esempio che egli ha sempre voluto dare alle sue donne, ai suoi uomini e all'Istituzione: tenacia, perseveranza, equilibrio e dedizione senza mai avere tentennamenti o perdere la fede nella missione che il Paese ci ha affidato. Grazie Capo per quello che hai fatto".
"Prima di essere un grande poliziotto, è stato soprattutto un grande uomo". Così Nicola Tanzi, segretario generale del sindacato di polizia Sap, ricorda il capo della polizia, Antonio Manganelli. "La dignità e la forza con le quali Antonio Manganelli ha affrontato quest'ultimo percorso della sua vita, fatto di malattia e dolore - afferma Tanzi - sono il miglior esempio della sua dimensione morale e caratteriale. Perdiamo davvero una guida importante e non sarà facile trovare un sostituto all'altezza". "Per me - continua il segretario del Sap - era un amico. Con lui ho condiviso un ottimo rapporto professionale e personale. Era sempre disponibile al confronto e soprattutto aveva contezza delle esigenze e delle difficoltà dei suoi uomini, della base, perché Manganelli era un poliziotto vero. Esprimo alla sua famiglia le più sincere condoglianze da parte di tutto il Sindacato Autonomo di Polizia".
"Manganelli è stato un esempio di passione per il lavoro che viveva come una missione. Un uomo che ha vissuto per le Istituzioni. E' un momento di dolore. Alla moglie, alla figlia e ai suoi familiari va il nostro profondo cordoglio". Lo afferma Enzo Letizia, segretario nazionale dell'Associazione nazionale funzionari di polizia.
"Manganelli era un uomo di grandissima levatura morale e professionale, giunto alla guida della polizia dopo una carriera spesa al servizio del paese e sempre in prima linea per garantire il contrasto alla criminalità e la sicurezza dei cittadini". Così il capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, Francesco Tronca, e il capo del corpo nazionale, Alfio Pini, ricordano il capo della polizia, "a nome di tutti i vigili del fuoco stretti intorno ai familiari e a tutti gli uomini e le donne della polizia".
"La rinnovata intesa e la proficua sinergia tra le due componenti operative del Ministero dell'Interno, favorite in questi anni dall'intelligenza, dalla lungimiranza e, non da ultimo, dai modi nobili e illuminati del Prefetto Manganelli - proseguono Tronca e Pini - costituiscono una preziosa testimonianza ideale alla quale tutti i Vigili del Fuoco d'Italia intendono ispirarsi nel loro quotidiano impegno di soccorso a tutela della collettività".
(ansa)
Tags: entroterra