“Abbracciamoci finché non torna Francesco”: il ricordo di un tifoso giallorosso
“Non so quante volte, in passato, ho detto a mio padre "Fosse andato via, chissà quanto avremmo vinto", perché pensavo a chi avrebbe potuto comprare la società con quei soldi. Ma ora, io attacco questa società e dirigenza, e voglio usare l'eufemismo INGRATI e non salvo nessuno, nemmeno Monchi. Già a Febbraio dell'anno scorso scrissi che non si tratta così un giocatore come Totti, uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi, come se fosse un Fiorillo qualsiasi. Questi dirigenti non hanno VOLUTO farti calcare i campi di gioco per un altro anno, che sarebbe stato (QUESTO sì) l'ultimo".
"Sappi, caro Francesco, che nella mia famiglia abbiamo pianto tutti, ma io sono stato quello ad aver risentito di più di quest'abbandono ANTICIPATO E FORZATO. Non m'è ancora passato, e d'altronde come potrebbe essere altrimenti? Ancora mi ricordo quel giorno d'estate in cui ti conobbi di persona: eravamo io, mio padre e mio fratello al mare (La Spiaggia, si chiama) e tu stavi allo stabilimento accanto. Mio padre ti vide e mi propose di portarmi a chiederti l'autografo: così è stato e ricevetti la tua preziosa firma. Se sono diventato sostenitore giallorosso è merito sempre di mio padre: era una domenica del 1997, avevo 9 anni. Lui era sul nostro vecchio divano (di colore verde), e stava guardando Novantesimo Minuto su Raidue. Gli chiesi cosa stava guardando e lui mi rispose "La Roma"".
"Così, mi sono seduto accanto a lui e, guardando quelle immagini (non ricordo gli avversari), vidi te guidare i tuoi compagni verso il successo. Da quel momento ho cominciato a tifare per questa squadra e ne sono talmente tifoso che la cambierò solo in punto di morte, come detto tempo fa da un vecchio amico di papà. "E' meglio che muore un laziale piuttosto che un romanista". Ed a questo proposito, concordo con lo striscioncino presente ieri all'Olimpico "Speravo di morì prima". Davvero sarebbe stato molto meglio. Peccato che non si possa fare come su Pro Evolution Soccer: quando i giocatori si ritirano, ringiovaniscono subito e ricominciano. Ha ragione Zeman "Il ritiro di Totti non è una festa, ma tragedia (sportiva, ovviamente)": devo ammettere che concordo con lui.
"Sei stato il mio primo Capitano, e per questo ho ancora le lacrime agli occhi. Nessuno di coloro che indosserà la fascia dopo di te (De Rossi compreso) mi commuoverà fino a questo punto. 46 Doppiette in Serie A, 5 triplette, in goal a Mosca a 38 anni e 59 giorni, 1 Scudetto, un titolo di capocannoniere, 2 Coppe Italia e altrettante Supercoppe Italiane. Secondo italiano ad aver vinto la Scarpa d'Oro, immediatamente dopo Luca Toni, e non dimentichiamoci il Mondiale vinto nonostante l'infortunio procuratogli da Vanigli. Per quanto riguarda la A, ecco alcuni numeri: secondo marcatore di sempre nella storia del campionato, quarto miglior realizzatore di punizioni insieme a Baggio, calciatore a aver realizzato più reti con la stessa squadra, più rigori (71), almeno un gol nel maggior numero di stagioni totali e consecutive (23), calciatore più anziano ad aver concretizzato una doppietta, UNICO ad essere andato in doppia cifra con la stessa maglia per 9 tornei consecutivi e 13 totali, nonché 1 dei 2 (insieme a Paolo Maldini) ad aver disputato il maggior numero di stagioni consecutive con la stessa compagine".
"Ma non basta: 786 presenze con la Roma (di cui 619 in Serie A, terzo assoluto), miglior marcatore di sempre con 307 goals totali, calciatore con più presenze e signature nelle competizioni UEFA per club (103 e 38) e Supercoppa Italiana (5), 56 marcature multiple, più titoli vinti da capitano (5), più stagioni con la fascia al braccio (19). Nel decennio scorso, ai segnato più di chiunque altro nei campionati professionistici italiani (145, mica pochi), più presenze, gol e derby vinti (rispettivamente 44, 11 e 15), ed infine ben 5 volte vincitore degli Oscar del Calcio. Volendo fare un parallelo con il wrestling, con l'ultimo premio si potrebbe paragonarlo a Shawn Michaels (5 volte Match of the Year). Il 17 porta sfiga: dopo Undertaker (ritiratosi a Wrestlemania 33, dopo una carriera durata altrettanti anni), è stato il turno dell'ultimo componente della formazione di Capello capace di trionfare nell'ormai lontano 2000-2001".
"E Così, per volonta DEGLI ALTRI, devi smettere di giocare, ma non sei il solo a dover crescere. Anche se gli anni (purtroppo) passano per tutti, ogni volta in cui ti vedevo tornavo il bambino delle prime volte. E Come te, anche io, ora, ho paura: già il nostro campionato (una volta definito il più bello del mondo) è diventato una noia per colpa della Juve, ma adesso cosa accadrà? Ai miei amici ho sempre fatto vedere che sarei stato capace di "reggere l'onda d'urto emozionale" di questo fatto, ma la verità è che non sono stato capace di farlo. Una mia amica, la quale porta il tuo stesso nome, lo sa, perché mi ha visto piangere, così come i miei genitori: sia a lei che loro ho chiesto di consolarmi, ma il pianto "ancor non m'abbandona", come direbbe "Il Sommo Poeta" Dante Alighieri".
"Dovrò farmi forza e crescere con 12 mesi d'anticipo, ma non sarà una cosa tanto facile. Con te che sei COSTRETTO ad appendere gli scarpini al chiodo, se ne vanno 19 anni della mia vita, oltre alla mia fanciullezza di tifoso. Mi viene in mente Vivere, la canzone di Vasco "Vivere e sorridere dei guai, così come non hai fatto mai. Senza perdersi d'animo mai, e combattere e lottare contro tutto." Solo che "Oggi non ho tempo, voglio stare spento" e questo in virtù del fatto che mi sento "morto dentro". Concludo così: ANCORA GRAZIE, FRANCESCO, PER ESSERE STATO IL MIO PRIMO CAPITANO. Hai ragione tu, sei una bella favola, e sarò lieto di raccontarla ai miei figli/e e nipoti. Personalmente, confido molto in tuo figlio Cristian. Sarò PER SEMPRE FIERO D'APPARTENERE ALLA GENERAZIONE CHE TI HA VISTO IN CAMPO. SI DICA CHE HO VISSUTO AL TEMPO DI TOTTI”.