Roma – Il mondo del progressive rock piange la morte di Francesco Di Giacomo, storica voce del Banco del Mutuo Soccorso. Il lead vocal della band italiana è morto oggi a seguito delle conseguenze di un grave incidente stradale in cui è rimasto coinvolto a Zagarolo, in via Valle Del Formale, nei pressi di un impianto sportivo.  Secondo una prima ricostruzione il cantante, che era solo a bordo della propria auto, sarebbe stato colto da un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo della vettura. Dopo essere finito  nell'altra corsia, si sarebbe schiantato contro una Rover che procedeva nle senso opposto. Inutile la corsa in ospedale. Francesco Di  Giacomo era entrato nella band romana, nata nel 1969, ottenendo moltissimi successi.  


Sardo, era nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, il 22 agosto del 1947.  E’ stato uno dei più significativi rappresentanti della scena musicale italiana  a partire dagli inizi del ‘70. Fisico imponente, piccolo di statura, barba e voce da tenore, fu contattato dal tastierista Vittorio Nocenzi durante il Festival Pop di Caracalla del 1971. Insieme al fratello di Vittorio, Gianni, al chitarrista Marcello Todaro, al bassista Renato D'Angelo e al batterista Pierluigi Calderoni fondò il Banco del Mutuo Soccorso, poi abbreviato semplicemente in Banco, che fin dal primo album,  inciso nel 1972, realizzò una rivoluzione musicale. Il disco in vinile divenne celebre anche per la copertina a forma di salvadanaio.  Il Banco, insieme ad altri gruppi come la Premiata Forneria Marconi, gli Area e le Orme riuscì a rubare la scena alle rock band inglesi. La voce di Di Giacomo, potente e ricca di sfumature, era il segno distintivo di un gruppo che  riuscì a imporsi anche all'estero al punto di firmare un contratto con la Manticore, l'etichetta di Emerson, Lake & Palmer, e di partecipare come supporter al tour europeo dei Gentle Giant.

 

Nel 1989 ha prodotto il disco da solista Non mettere le dita nel naso, in collaborazione con gli altri musicisti del Banco del Mutuo Soccorso e a Sam Moore. Viveva nella campagna romana. Era un grande esperto di cucina regionale tanto da aver tenuto anche dei corsi. Inconfondibile voce tenorile, aveva compiuto studi da autodidatta ed è stato autore di gran parte dei testi del gruppo. Ha inoltre scritto la poesia composta dai titoli delle canzoni dell'album. È apparso in tre film di Federico Fellini: Satyricon (1969), in una breve sequenza dove, dentro un'insula, in un vicolo di Roma, accenna una melodia su uno strumento a corde; Roma (1972), nella parte di un compare del protagonista nella scena del bordello; Amarcord (1973), nella parte di un addetto alla sicurezza del califfo in soggiorno al Grand Hotel di Rimini. In relazione alla comparsata per Satyricon. Il 14 dicembre del 1968 intervenne in video,  in occasione della 12ª puntata di Canzonissima, durante il collegamento televisivo realizzato tra il set allestito a Cinecittà e lo studio televisivo al Teatro delle Vittorie.