Ostia – Fa ancora discutere la questione del servizio di assistenza educativo culturale nelle scuole del XIII municipio. Ed è di pochi giorni fa la notizia dell’arrivo di un finanziamento integrativo di 150.000 da parte del comune per garantire l’assistenza ai bambini disabili.

 

Sulla vicenda è intervenuto Giovanni Zannola, segretario Pd di Ostia antica. “Nelle ultime settimane, si è detto tutto e il contrario di tutto in merito al servizio di Aec. La questione delle risorse finanziarie a disposizione e del rapporto tra operatore e utenti fa emergere un’esigenza molto più generale: quella di un rapporto costante tra famiglie, enti locali, servizi sociali ed enti erogatori teso a eliminare incomprensioni e “falle” nel sistema che hanno come unica conseguenza quella di compromettere un servizio fondamentale per i bambini disabili in ambito scolastico. Detto ciò”, chiarisce Zannola, “sarebbe bene costituire un osservatorio sui servizi rivolti alla disabilità con rappresentanti della Asl, del municipio, delle famiglie e dei lavoratori della scuola”.

 

Rispetto all’inquadramento di categoria, secondo l’esponente politico, è necessario prima di tutto definire il ruolo professionale e le relative normative contrattuali. Per il compito delicato che svolgono, gli operatori Aec non possono essere assunti con contratti atipici (che si traducono in schiavitù).

 

I bandi di affidamento del servizio devono prevedere l’obbligo per gli enti erogatori di stipulare contratti dignitosi, pena la revoca della concessione.

 

Nel dettaglio, il Pd chiede di superare le gabbie municipali che determinano l'interruzione del servizio quando un utente si sposta sul territorio romano e di risolvere nell’immediato il problema dei pasti: agli operatori Aec è stata revocata la refezione scolastica, per esempio. Ora devono provvedere da soli e in un locale diverso dalla mensa. Per pura logica di risparmio, l’amministrazione comunale avrebbe eliminato un momento educativo e di condivisione.

 

“Il tema vero”, conclude Zannola, “è legare la professione di Aec al contesto scuola e non al singolo utente, tenendo sempre presente che ogni disservizio può avere serie ricadute sul lavoro degli operatori, sugli assistiti e sulle loro famiglie”.