Aeroporto Fiumicino, seconda giornata di sciopero dei lavoratori Simav
“Oggi abbiamo ricevuto durante la manifestazione anche la Vice Sindaca di Fiumicino, Anna Maria Anselmi, che ha portato ai lavoratori in sciopero la sua solidarietà e quella del suo gruppo, sembra che le istituzioni hanno capito che questi pirati industriali sono stati lasciati troppo tempo liberi di agire trasformando il Leonardo da Vinci in una fabbrica del precariato e dei diritti dei lavoratori negati, non passa giorno che non ci sia qualche nuovo problema occupazionale.....e fra poco di nuovo Alitalia.... Il detto dice che chi rompe paga e i cocci sono i suoi, invece in questo caso le due aziende, con gli stessi dirigenti di allora stanno facendo di tutto affinchè siano i lavoratori a pagare il prezzo della loro inadeguatezza manageriale”, prosegue la nota.
“Noi possiamo solo dire a loro che hanno capito male, molto male, questa volta, al contrario di cinque anni fà non ci faremo prendere di nuovo in giro dai pirati industriali, continueremo a lottare e a manifestare finchè Aeroporti di Roma non si assumerà la SUA responsabilità di riassumere e ricollocare al suo interno i 71 lavoratori che già facevano parte del suo organico. Tutto questo nonostante le forti pressioni effettuate per boicottare le prime tre giornate di sciopero.....tentativo miseramente fallito. E domani si replica”, conclude la nota. Domani la terza giornata di sciopero per protestare contro il rischio di perdita del posto di lavoro.
In merito alla crisi occupazionale che interessa l’aeroporto il consigliere comunale William De Vecchis ha chiesto l’istituzione di un tavolo permanente di crisi: “Questa mattina ho presentato una richiesta formale diretta al sindaco Esterino Montino e a tutti i capigruppo del consiglio comunale, per la costituzione di un tavolo permanente di crisi composto dai rappresentati istituzionali della Regione Lazio, dei Comuni di Roma e di Fiumicino e dalle sigle sindacali. Tutto questo per monitorare le tante crisi aziendali che interessano l’aeroporto di Fiumicino e mettere in atto le azioni più incisive possibili per evitare una nuova emorragia occupazionale. Il Leonardo Da Vinci deve tornare a essere un bacino stabile e non un terreno dove le porcherie del Job’s Act e la deregulation dei mercati creano lavoratori precari e senza futuro. Abbiamo a due passi da casa nostra, nolenti o volenti, la più grande azienda del territorio e del centro sud Italia. Migliaia di famiglie di Fiumicino lavorano e vivono grazie al Da Vinci. Ed è dunque nostro dovere salvaguardarle mettendo sul tavolo proposte e soluzioni”.
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