Ostia - Roberto Spada è stato arrestato nel pomeriggio di giovedì 9 novembre dai carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Ostia su disposizione della procura di Roma in relazione all'aggressione del giornalista Rai Daniele Piervincenzi e del filmmaker Edoardo Anselmi della troupe della trasmissione Nemo, Nessuno escluso di Rai2 che martedì erano impegnati in un servizio sulle elezioni a Ostia. In seguito Roberto Spada, fratello del boss Carmine dell’omonimo clan di Nuova Ostia, è stato condotto nel carcere di Regina Coeli dopo essere stato fermato con le accuse di lesioni aggravate e violenza privata con l'aggravante di aver agito in un contesto mafioso. “In Italia non esistono zone franche”, è stato il commento del ministro dell’interno Marco Minniti apprendendo del fermo di Spada.

Le forze dell’ordine e i giornalisti sono stati insultati dai presenti “Vergogna, vergogna”, è stato gridato contro di loro mentre Roberto Spada veniva portato via dalla sua abitazione, a pochi passi da piazza Gasparri. E’ stata trasmessa nel frattempo dai carabinieri l'informativa sull'aggressione subita dal cronista. Gli uomini dell’Arma hanno raccolto le certificazioni mediche: da valutare la necessità di nuovi accertamenti. Nel video dell'aggressione, diffuso nella giornata di mercoledì 8 novembre dalla Rai, girato dall'operatore, si vede Roberto Spada mentre dà una testata a Daniele Piervincenzi, procurandogli la rottura del setto nasale ed una prognosi di 30 giorni, poi lo insegue colpendolo con un bastone. Sull'aggressione da parte di Spada, membro della famiglia che annovera alcuni esponenti condannati per mafia, gli inquirenti stanno valutando se il fatto sia avvenuto all'interno di un contesto mafioso. Il fascicolo è affidato alla Dda. Tra le ipotesi investigative dunque non si tralascia il fatto che l'aggressione sia avvenuta ad Ostia, terra di clan, e all'interno eventuali modalità criminali.

Per domani, intanto, è in programma un sit-in davanti alla palestra gestita da Roberto Spada alle 11. “Si inizia a mobilitare in maniera autonoma la categoria dei giornalisti dopo l’aggressione di martedì scorso alla troupe Rai. Niente striscioni, né cortei, né cori, solo gli ‘strumenti del mestiere’: telecamere e microfoni. Ad organizzare l’iniziativa, l’inviato de ‘Le Iene’, Dino Giarrusso: “Vogliamo fare questo atto simbolico per urlare in faccia a Spada che non ci fa paura”.