AGGUATO A VITO TRIASSI: ARRESTATI AD OSTIA 2 PREGIUDICATI ROMANI E DISARTICOLATI ANCHE I LEGAMI TRA CLAN DEL LITORALE
All’alba di questa mattina, i Carabinieri del Gruppo di Ostia, a conclusione dell’indagine convenzionalmente denominata “GOODFELLAS”, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 2 persone, con le accuse di lesioni aggravate e premeditate (con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di intimidazione, assoggettamento ed omertà proprie delle associazioni di tipo mafioso), nonché di detenzione e porto abusivo di armi.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Ostia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma – dott. Giancarlo Capaldo e dott. Giuseppe de Falco, era stata avviata a seguito del ferimento a colpi d’arma da fuoco del pregiudicato siciliano Vito Triassi, legato alla cosca mafiosa dei Cuntera-Caruana di Siculiana (AG), avvenuto a Casal Palocco il 20 settembre 2007. Nel corso dell’attività, i Carabinieri ponevano in essere sofisticate attività tecniche che consentivano di individuare i due arrestati, Roberto De Santis 51enne pregiudicato romano e Roberto Giordani 45enne pregiudicato romano i quali, dopo aver attirato in un tranello Vito Triassi, gli esplodevano contro quattro colpi di arma da fuoco attingendolo alle gambe. Successivamente al ferimento, i due si rivolgevano ad esponenti di primissimo piano della criminalità romana, affinché il ferimento non innescasse una reazione che avrebbe provocato danni per tutti, determinando un innalzamento dell’attenzione delle Forze di Polizia. Il movente dell’attentato è da ricercarsi negli attriti tra due gruppi criminali operanti ad Ostia, di cui uno riconducibile ai fratelli Triassi, mentre l’altro capeggiato dagli arrestati, per conquistare la leadership negli interessi economici sul litorale.
È, altresì, indagato anche lo stesso Vito Triassi per favoreggiamento, in quanto si rifiutava di riferire ai Carabinieri i fatti occorsi a proprio danno, dichiarando di non ricordare nulla dell’accaduto, mentre ne era invece perfettamente a conoscenza, nonché un altro soggetto, S.F. 43enne pregiudicato romano, per simulazione di reato e favoreggiamento, poiché denunciava falsamente ai Carabinieri di Ostia di essere rimasto vittima della rapina della propria autovettura utilizzata dagli aggressori.
In occasione dell’esecuzione della misura di custodia cautelare in carcere e alle notifiche dei due avvisi di garanzia, i Carabinieri hanno eseguito anche circa venti perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti personaggi che, a vario titolo coinvolti, sono risultati legati ai fratelli Triassi ovvero ai due arrestati.