Roma - Approvata legge che sancisce il diritto di tenere gli animali nei propri appartamenti senza che il condominio possa inserire alcun divieto di sorta. Un principio assolutamente positivo. Una vera e propria rivoluzione anche se l’Associazione italiana difesa animali e ambiente teme il rischio che aumentino le liti in condominio e le cause davanti a conciliatori e giudici di pace.

 

 La nuova legge introduce infatti la possibilità di sanzionare il proprietario e sequestrare un poco più facilmente l'animale qualora si renda responsabile di reiterato disturbo della quiete e del riposo degli altri condomini con le modalità previste dall'articolo 672 del codice penale.

 

Ovviamente l'introduzione dell'inasprimento delle sanzioni è stata individuata come tutela dei condomini che non possiedono animali o che non ne vogliono sapere di cani e gatti in condominio.

 

Oggi in Italia c'è una lite di condominio ogni dieci minuti per problemi legati alla gestione degli animali. Il rischio è che i condomini intolleranti alla presenza degli animali visto che non possono più chiedere l'allontanamento a norma di regolamento si rivolgano ai giudici per far valere il principio di non essere disturbati dal cane che abbaia o del gatto che attraversa l'abbaino e va sul balcone.

 

"Noi attraverso i nostri servizi legali ne abbiamo visti di tutti i colori, compresi condomini che chiedono di introdurre in regolamento il divieto per i gatti di camminare sui tetti”, dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di AIDAA.

 

“l rischio che aumentino le liti non è affatto peregrino per questo motivo occorre che a fianco di questa legge vengano introdotti dei regolamenti comunali e di condominio molto chiari che sanciscano quelli che sono gli orari del riposo, ma soprattutto che sanciscano quali sono i comportamenti degli animali che potrebbero essere considerati molesti. E soprattutto sia chiaro a tutti quelli che sono i limiti dell'abbaio di un cane in decibel per poter parlare di disturbo della quiete pubblica”, precisa.

 

 “Riteniamo questa legge un buon punto di incontro, ma”, conclude Croce, “lasciare al solo buon senso dei condomini le valutazioni in merito al disturbo della quiete pubblica è rischioso. E' vero: esistono delle sentenze che mettono dei paletti, ma molto spesso le persone maleducate ed intolleranti lo sono anche in presenza di leggi e divieti, figuriamoci se lasciamo fattori come questi alla libera interpretazione. Il rischio di far west è dietro l'angolo".