Roma - Oltre 2.000 comuni italiani sono inadempienti o in ritardo di oltre un anno con i pagamenti per le rette dei cani randagi ospitati nei canili convenzionati ed altrettanti comuni sono in ritardo con i fondi da destinare ai canili comunali con un debito complessivo che supera abbondantemente i 35 milioni di euro (di arretrati per anno), mentre le Asl a loro volta si vedono ridurre i fondi da destinare alle sterilizzazioni dei randagi specialmente nelle regioni del sud Italia dove complessivamente sono oltre mezzo milione i randagi liberi sul territorio.

 

 

Secondo i dati raccolti dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente sono almeno 200 i canili  ed i rifugi italiani concentrati nel sud Italia a rischio chiusura entro i primi mesi del prossimo anno se non riceveranno i fondi a loro destinati dai comuni per il mantenimento degli animali, fondi che sono dovuti in forma obbligatoria in base alla legge 281/91 sulla lotta al randagismo.

 

 A lanciare l'allarme è il presidente nazionale dell'Associazione italiana difesa animali ed ambiente Lorenzo Croce : "Per molti canili e rifugi privati è di fatto impossibile in queste condizioni garantire condizioni di vita accettabili per i pelosi ospiti: i comuni non pagano e i canili vanno avanti grazie all'impegno dei volontari”.

 

 

“Purtroppo - afferma Croce- anche in seguito a queste vicende vediamo sempre più il diffondersi del fenomeno della deportazione dei cani in Germania, o l'impoverimento con il rischio chiusura per molti canili che vivono solo della passione dei gestori e delle associazioni di cui spesso fanno parte. Da qui il nostro appello - conclude Croce- per natale destiniamo una cifra per acquistare pappe o altri generi di cui necessitano i canili e più in generale i rifugi per animali. Diamo i soldi o i generi di cui si ha bisogno direttamente a chi gestisce i canili ed ai volontari presenti sul posto, sono loro che hanno bisogno di soldi, cibo e medicinali e per questo invito tutti i soci Aidaa e coloro che amano gli animali a prevedere anche un piccolo gesto per migliaia di cani che altrimenti rischiano di morire di fame".