Aidaa: “Legge vivisezione: doveva tornare all'Unione europea”
Roma - Ieri è stato un giorno triste. Il nuovo governo, tra i primi provvedimenti, ha dato il via libera all'approvazione della direttiva europea sulla sperimentazione scientifica e la vivisezione. E’ un decreto che di fatto, seppure con qualche ammorbidimento rispetto alla legge votata dal Parlamento Europeo, propone per ancora altri lunghissimi anni la sperimentazione animale come sistema principale della ricerca scientifica. Si legge infatti nello scarno comunicato emesso da Palazzo Chigi meno di un ora fa che la normativa "nell'immediato punta ad assicurare un elevato grado di protezione degli animali coinvolti e nel lungo periodo con l'obbiettivo di operare la loro completa sostituzione con metodi alternativi". Al di là delle parole edulcorate usate da Palazzo Chigi queste poche parole di fatto paiono destinare a dar corpo alla peggiore delle ipotesi e vale a dire all'utilizzo degli animali per altri anni così come richiesto dai vivisettori.
Sul dettaglio di quanto salvato dal contenuto dell'articolo 13 di modifica della normativa europea approvata dal Parlamento e che nelle intenzioni del precedente governo veniva di fatto smantellato in quasi tutte le poche conquiste avremo notizie nelle prossime ore. "Unica cosa certa - dice Lorenzo Croce presidente nazionale Associazione italiana difesa animali ed ambiente – Aidaa - è che la vivisezione non si ferma nell'immediato, come tutti noi auspicavamo, e questo ci spinge a sottolineare che come noi abbiamo sempre sostenuto la legge andava rispedita al mittente. Speriamo ora di avere notizie almeno parzialmente positive sulla tenuta delle poche, a nostro avviso, protezioni ottenute con l'articolo 13, perchè lo smantellamento anche di queste protezioni sarebbe un vero disastro per gli oltre 800.000 animali utilizzati in Italia ogni anno per le pratiche di sperimentazione scientifica". Lo comunica Aidaa in una nota.
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