Presso il teatro Dafne1, sito in via Mar Rosso, dal 7 al 10 gennaio gli allievi del terzo anno del "Centro di Formazione Professionale Artistica", diretto da Gianni Pontillo e riconosciuto dal Comune di Roma, Assessorato alle attività produttive, al lavoro e al Litorale, porteranno in scena la fatidica "Macchina Infernale". Composta da Jean Cocteau nel 1932 sulla base del mito di Edipo (in particolare l’Edipo Re di Sofocle) e rappresentata per la prima volta il 10 aprile 1934 a Parigi. Il mito di Edipo e della sua relazione con la madre Giocasta viene affrontato dal drammaturgo francese su due piani paralleli: se da un lato la rappresentazione dei fatti narrati e dei loro significati sottesi (l’ineluttabilità del destino umano di fronte al destino deciso dagli Dèi) si sviluppa nel pieno rispetto se non della forma certamente dei contenuti originali sofoclei, dall’altro una diversa prospettiva dei singoli personaggi ne rende una seconda lettura tutt’affatto differente. La messa in scena curata da Gianni Pontillo per l’ultimo anno del Corso di Formazione Professionale Artistica del Teatro Dafne1 sviluppa ed amplia l' opera in una rilettura originale e moderna. Sul piano testuale vengono da un lato evidenziati ed esaltati quegli aspetti moderni di cui si accennava attraverso una continua esasperazione di ogni loro possibile sfaccettatura, dall’altro il gioco di contrasto tra questa modernità ed il riferimento Classico – o meglio tra l’ES inconscio e l’IO conscio - viene sottolineato con alcune interpolazioni dei testi classici, tratte sia da Sofocle che da Seneca. Sul piano rappresentativo il medesimo contrasto dialettico viene sottolineato dalla sobrietà assolutamente “teatrale” dell’allestimento congiunta al ricorso a supporti multimediali che, al di là della pura e semplice contaminazione, molto bene rappresentano il gioco onirico e freudiano alla base di tutta l’opera.

Filippo Di Giorgio