Alberto Sordi, 10 anni fa l'ultimo saluto al maestro della commedia all'italiana
Roma - In 51 anni di carriera cinematografica e 152 tra film per il cinema e la tv, Sordi ha costruito una galleria di tipi italiani ponendo l’accento, di volta in volta, su vizi, virtù, pregiudizi, ossessioni dell'Italia, ancora oggi attualissimi che lo hanno reso uno di noi. Alberto Sordi è nato a Roma il 15 giugno del 1920 ed è morto, sempre a Roma, nella notte tra il 24 e il 25 febbraio del 2003. E’ stato un maestro della commedia all’italiana ma ha saputo affrontare con notevole capacità anche i ruoli drammatici.
Negli anni ’50 inizio la sua avventura nel cinema. Tra il 1952 e il 1955, Alberto Sordi mette a segno una serie di successi straordinari: “Lo sceicco bianco” di Federico Fellini, “I vitelloni” sempre di Fellini, “Un giorno in pretura” e “Piccola posta “ di Steno ed infine l’irresistibile “Un americano a Roma” sempre di Steno. Gli anni ’50 si chiudono con uno dei suoi più importanti film “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli. Per la sua interpretazione riceverà il David di Donatello come miglior attore protagonista. Inizia quindi una nuova fase della sua carriera. Comincia ad affrontare personaggi e tematiche drammatiche, ma sempre con un velo di ironia e a volte comicità in film importanti come “Tutti a casa” (1960) di Luigi Comencini, “Il Vigile” (1960) di Luigi Zampa e “Una vita difficile” di Dino Risi.
Anche gli anni ’60 sono una serie di successi uno dietro l’altro. Da “Il medico della mutua” a “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa ?” con il grande Nino Manfredi, a “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanny Loy, per il quale ricevette l’Orso d’argento al Festival di Berlino nel 1972 come miglior attore protagonista. Altra grande prova nel film “Un borghese piccolo piccolo” (1977). Nel 1981 Monicelli lo diresse ne “Il marchese del Grillo”. Sempre negli anni ’80 inizia la collaborazione con Carlo Verdone con il quale lavora due volte. Prima come regista e attore in “In viaggio con Papà” (1982) e poi come attore nel film di Verdone “Troppo forte” (1986).
Da non dimenticare la grande affinità artistica che c’è stata tra Alberto Sordi e la meravigliosa Monica Vitti. Insieme hanno girato tre pietre miliari del cinema italiano, “Amore mio aiutami” (1969), “Polvere di stelle” (1973) e “Io so che tu sai che io so” (1982). Le ultime due fatiche di Alberto Sordi sono state, “ Nestore, l’ultima corsa” (1994) e “Incontri proibiti” (1998).
I suoi funerali sono stati la dimostrazione di come sia stata grande la sua figura per gli italiani. Ricordiamo tutti lo striscione che diceva “ Albè, questa volta c’hai fatto piagne”. Oggi a 10 anni dalla scomparsa, la sua città Roma, lo ricorda con una proiezioni di sue immagini più belle sul Colosseo dalle 20.00 alle ore 02.00.