Alitalia-Etihad: 2.200 esuberi. Del Torchio: “Il problema affrontato con interventi sociali”
Fiumicino – Terremoto nel trasporto aereo: la nuova Alitalia targata Etihad avrà 2.200 dipendenti in meno, secondo l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio, secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters. "Gli esuberi sono 2.200", ha detto il manager a margine della presentazione della relazione annuale dell’Enac. "Il problema dovrà essere affrontato con interventi di natura sociale". Alla domanda se si riferisca alla cassa integrazione in deroga o ai contratti di solidarietà, Del Torchio ha risposto: "Sono esuberi strutturali, cioè persone che devono uscire dall'azienda. Su questo i vertici di Etihad sono stati intransigenti".
L'appuntamento con i sindacati è stato fissato, già da venerdì scorso, in terreno neutro presso la sede di Assaereo per giovedì 12 giugno. Il giorno prima del consiglio di amministrazione che secondo, quanto ha detto oggi Del Torchio, dovrebbe approvare l'intesa con Etihad dando il via libera ad un investimento di 560 milioni euro nel vettore italiano. Ma come si farà ad affrontare in tempi brevi una riduzione di personale di queste dimensioni senza provocare una dura reazione da parte dei lavoratori? Un sindacalista di lungo corso, che si è occupato anche di trasporto aereo, dice che "oggi non ci sono strumenti legislativi per affrontare questa montagna di licenziamenti". La norma della legge Fornero sui prepensionamenti, che prevede uno scivolo a 4 anni dalla pensione, non fa al caso Alitalia dal momento che di lavoratori con queste caratteristiche ne sono rimasti pochi dopo le ristrutturazioni degli ultimi anni.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti oggi ribadisce di aver ben presente il problema e domani incontrerà inisieme al responsabile dei Trasporti Maurizio Lupi i sindacati di categoria. Da Catania, come ha confermato il suo portavoce, Poletti ha detto che "a fronte delle discussioni che saranno fatte tra azienda e sindacati si valuterà come intervenire rispetto al problema che si sapeva essere una questione presente e quindi va affrontata”. Un'altra fonte governativa coinvolta nel dossier ritiene che in primo luogo azienda e sindacati "punteranno a trovare un accordo sul fatto che le 2.200 persone devono uscire dal gruppo, poi si incomincerà a studiare le modalità perchè il governo non lascerà a terra quelle persone". Ma se si andrà avanti con i licenziamenti collettivi tutta la negoziazione fra Alitalia ed Etihad rischia uno slittamento di almeno due mesi vista la lunghezza delle procedure previste per la mobilità. Mentre Del Torchio si dice convinto di poter chiudere in qualche settimana l'accordo finale con Etihad e le condizioni finanziarie di Alitalia non consentono rinvii. Oggi il presidente dell'Enac, l'ente che si occupa della sicurezza dell'aviazione civile, ha spiegato "che la situazione di liquidità della compagnia viene tenuta costantemente sotto controllo anche se si aspetterà la fine della trattativa prima di intervenire". L'Enac potrebbe in caso di crisi di liquidità arrivare fino al ritiro della licenza. Di una trattativa sotterranea al momento non si riesce a trovare traccia: nessun sindacalista, nè di confederazioni, nè delle categorie, ne ammette l'esistenza. Solo qualcuno nel sindacato confederale ammicca "all'esistenza di un problema per tutto il settore aereo". Proprio come aveva detto questa mattina Del Torchio: "Non è possibile che tutte le compagnie italiane siano in profondo rosso, forse è necessaria una profonda analisi critica a tutela di una componente vitale", per l'economia italiana”. (Reuters)
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