Anffas Ostia, la sospensione contro l'Inps non ferma il blocco dei fondi antimafia
Ostia - "La solita Italia. Il giudice blocca cartella pazza (da 155mila euro) e procedura di pignoramento fatta in gran segreto (per un totale di 128mila euro di cui 29mila già fermati) effettuata da Inps-Equitalia, giudicando l’iter degno di una sospensione tanto urgente da essere scritta a mano. Ma per la legge quei fondi, destinati a trasformare beni sottratti alle mafie in attività sociali, dovranno comunque rimanere bloccati. Per vederli bisognerà attendere l’udienza, fissata per il 12 novembre, e la relativa sentenza. Morale: tra ricorsi, controricorsi etc passerà almeno un anno. Un anno durante il quale quei fondi saranno bloccati in un limbo. Questo grazie a Equitalia che, con una raccomandata, ha da un lato preso atto della decisione del giudice di sospendere il pignoramento ma dall’altra ha avvisato la Regione Lazio di non erogare quei fondi all'associazione. Cosa significa: chi sta svolgendo i lavori di ristrutturazione dell’edificio confiscato alla mafia non percepirà un euro per molti mesi grazie a Inps-Equitalia. O, diversamente, sarà Anffas Ostia a dover anticipare di tasca propria la cifra destinata a qualche altro servizio che viene erogato ai ragazzi dell’associazione. Tutto questo mentre Inps Ostia-Equitalia sembra aver dimenticato l'esistenza di un tavolo aperto da luglio 2013 tra Inps Regionale e Regione Lazio, per concordare una volta per tutte i versamenti che le Asl non hanno ancora effettuato alle varie sedi Inps, come invece previsto da una legge specifica del 1991 che dà l’opportunità agli enti morali come Anffas Ostia di poter cedere i crediti vantati per prestazioni già erogate per il pagamento degli oneri contributivi."
"Quindi, di fatto un bene della Mafia, che Anffas Ostia voleva trasformare in una struttura per i ragazzi disabili, per oltre un anno rischia di rimanere bloccato. Questo è il trattamento che l’associazione sta ricevendo. Pur essendo pienamente dalla parte della ragione, pur avendo vinto una causa in tribunale e in procinto, con molta probabilità (ma l’Italia non smette mai di stupire), di vincerne un’altra sempre ai danni di Inps-Equitalia. Il dubbio che chi abbia mosso i fili di tutta questa operazione sapesse benissimo che avrebbe causato un danno di almeno un anno all’associazione viene. Si spera rimanga tale e sia solo uno dei tanti brutti pensieri che puntualmente vengono a galla ogni volta che si scoprono queste belle sorprese: la bolletta pazza di Acea, la richiesta di 350mila euro di Inps e dell’Inail che aveva scambiato Anffas Ostia per una struttura turistico-commerciale. Tutti errori? Soltanto per un ente? Per anni? Di certo i danni assurdi sotto il profilo dell'immagine e dei costi economici, dovuti a un trattamento che l’associazione ritiene contestabile a livello penale, non consente, a chi come Anffas Ostia si ritiene onesto, di perseguire strade diverse da quelle della magistratura. Anffas Ostia vuole vederci chiaro ma intanto, anche vincendo in giudizio, qualcuno ha trovato il modo di bloccare oltre 120mila euro e il Sistema non prevede difese in questi casi. Le querele contro i dirigenti Inps che hanno causato questo pasticcio sono state depositate comunque, oggi. L’auspicio è che si ripeta quello che (notizia di qualche giorno fa) è accaduto a Rimini dove un dirigente dell’Inps è stato rimosso per aver chiesto a un pensionato la somma di 1 centesimo, senza curarsi di ciò che impone la legge italiana. Proprio quello, con le dovute proporzioni, che è capitato all’associazione." Lo dichiara in una nota l'associazione Anffas Ostia.
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