Arabia Saudita, la ‘svolta’: donne al voto per la prima volta
LE ELETTRICI – A candidarsi per le municipali circa 7mila persone, 1.039 delle quali donne. Potranno votare 136mila donne: il 10 per cento degli elettori totali, 1,3 milioni, su 21 milioni di cittadini, come riporta Il post. I seggi resteranno aperti dalle otto del mattino alle cinque del pomeriggio. L’età che dà diritto al voto è stata abbassata per le municipali da 21 a 18 anni mentre è stata aumentata di due terzi la percentuale dei membri eletti al consiglio comunale.
LA ‘SVOLTA’ – E’ stato re Abdullah, che ha regnato dal 2005 fino alla morte, a gennaio di quest’anno, ha consentire un moderato riconoscimento dei diritti civili e politici alle donne, benché il sovrano saudita non possa essere considerato un vero e proprio riformatore. Fu lui a volere nel 2005 le elezioni per i consigli municipali da cui furono però escluse le donne che addirittura, fino al 2001, non potevano neanche possedere un documento di identità. I consigli comunali, inoltre, hanno poteri limitati e locali: spetta a loro occuparsi della gestione dei rifiuti, della manutenzione del verde e delle strade, fare da collegamento tra cittadini e autorità di governo, oltre ad approvare il bilancio cittadino e suggerire il piano regolatore.
IL VOTO - Nel 2011 re Abdullah stabilì per decreto il voto alle donne e la loro possibilità di candidarsi. Nello stesso decreto il sovrano decise anche che la Shura avesse il 20 per cento di rappresentanti donne. Tuttavia il clero, quello più conservatore, continua ad esercitare una forte influenza sulla società saudita, dove le donne hanno un peso politico, economico e culturale praticamente inesistente. Vivono all’ombra degli uomini, padri, mariti, fratelli e non godono di capacità decisionali.
DIRITTI VIOLATI - Non è tutto oro quel che riluce, infatti. Sul piano dei diritti civili l’Arabia Saudita è governata in maniera antidemocratica. A farne le spese principalmente le donne, sottomesse agli uomini legalmente: non possono guidare l’auto, avere un lavoro autonomo o aprire un conto in banca. Blogger e giornalisti hanno vita dura: sono arrestati e condannati.
LE CANDIDATE – Difficile per le candidate la campagna elettorale in quanto la commissione ha deciso regole molto dure e penalizzanti nei loro confronti: nessun incontro pubblico per presentare il proprio programma per la presenza di uomini e quindi sono state costrette a delegare a dei rappresentanti maschi. Nelle sedi elettorali sono state realizzate sezioni separate per uomini e donne, nessuna partecipazione ai dibattiti televisivi, niente pubblicazione di foto e permessi speciali per le campagne pubblicitarie. Alcune hanno fatto ricorso a internet.
CANDIDATI FANTASMA - Secondo Saudi Gazette, quotidiano saudita in lingua inglese, le donne sarebbero dei ‘candidati fantasma’ che avrebbero ottenuto il diritto di partecipare, ma non di parlare. “Le donne possono nominare degli uomini per parlare agli elettori al loro posto”, scrive: “questi rappresentanti guarderanno gli elettori e diranno loro: la nostra candidata vi dice ‘buongiorno’ e promette di fare questo e quello per la città. Avete visto come è semplice? Siamo riusciti a coinvolgere le donne nelle elezioni municipali vietando loro allo stesso tempo di parlare. Sosteniamo la presenza delle donne, ma nei fatti le donne sono assenti”, sottolinea la Saudi Gazette, come riporta Il Post.
LE ELETTE – In caso di nomina le donne non potranno prendere parte agli incontri se presenti degli uomini né avere relazioni politiche. Difficoltà anche per le cittadine che si sono iscritte al voto o che non ci sono riuscite. Per votare bisogna infatti registrarsi presentando un documento di identità valido ma non tutte le saudite ce l’hanno. Per il rilascio del documento non serve il permesso degli uomini, ma devono rispettare alcuni divieti come quello di non guidare. Infine per uscire di casa per andare a votare o per richiedere i documenti occorre un per permesso e bisogna essere accompagnate per recarsi ai seggi. E questa sarebbe la libertà? Siamo sicuri che questa sia davvero una conquista? C’è ancora molta strada da fare. E non solo in Arabia saudita. Del resto in Italia le donne hanno potuto scegliere i propri rappresentanti soltanto alla fine della seconda guerra mondiale, mentre nella civilissima Svizzera soltanto nel 1971.