Fiumicino – Tensioni e contestazioni a Fiumicino dove questa mattina sono arrivati i primi immigrati, ospiti nel centro di accoglienza di via Bombonati, a Isola sacra. IL SIT IN - Anche questa mattina, così come accaduto ieri sera, circa 150 persone hanno protestatao pacificamente chiedendo di bloccare il trasferimento dei profughi. Sul posto i consiglieri comunali di centrodestra Mauro Gonnelli, Federica Poggio e William De Vecchis.

L’OPPOSIZIONE - “Continuiamo a essere contrari a questa decisione - spiegano i consiglieri Gonnelli, Poggio e De Vecchis -. Nessuno si è degnato di avvertire i residenti che hanno scoperto dell’arrivo dei migranti soltanto ieri a mezzo stampa. Contestiamo anche la scelta del luogo, totalmente inadatta. Non ci sono le condizioni di sicurezza, né tantomeno le condizioni sociali. Qui si chiede un ulteriore sforzo a un Comune che già in termini economici, e non solo, sta facendo più di quanto sia in suo potere. Così si rischiano di creare pericolose tensioni sociali. Si tratta di una scelta errata che va assolutamente rivista”.

LE DIMISSIONI - “In tutto questo ci saremmo aspettati dal sindaco Montino un altro tipo di comportamento. Non solo è arrivato comodamente intorno a mezzogiorno, a più di 24 ore dall’inizio della protesta, ma invece di mettersi al fianco dei cittadini li ha offesi bollandoli come strumentali. Va ricordato che il centro di accoglienza era previsto già da un anno. E soprattutto che a marzo 2015, quando presentammo un documento che chiedeva al primo cittadino di esprimersi in maniera contraria alla realizzazione di centri di accoglienza sul nostro territorio, questo venne bocciato proprio dal sindaco. E' chiaro che non abbia più il controllo della situazione. Troppe cose non vanno, per questo chiediamo le sue dimissioni”, sottolineano i consiglieri dell’opposizione.

MICHELA CALIFANO – Ieri sera Michela Califano, presidente del consiglio comunale di Fiumicino, a Ostia Tv aveva dichiarato, come già il sindaco, che la notizia dell’arrivo degli immigrati non era stata comunicata dalla prefettura dall’Amministrazione. “Sono un po’ frastornata anch’io”, aveva spiegato: “la prefettura non è tenuta a informare salvo entro le 24 ore ma fino a venerdì in via Portuense non è arrivata alcuna comunicazione. In merito alla questione l’anno scorso, in una lettera inviata al prefetto Gabrielli, avevamo chiesto di non inserire Fiumicino tra le località dove trasferire gli immigrati perché abbiamo già un centinaio di richiedenti asilo e minori e perché siamo un ‘comune di frontiera’, per così dire, a causa della vicinanza con l’aeroporto. Alla lettera erano seguiti degli incontri informali ma, a questo punto, valuteremo il da farsi, politiche dell’accoglienza contro il razzismo per impedire che accadano episodi tragici come quello di Fermo. Intanto condanno la strumentalizzazione del caso che stanno facendo alcuni fomentando odi e tensione”, aveva concluso.

COMMENTI SUI SOCIAL - Da ieri su Facebook la discussione è accesa tra chi è aperto all'accoglienza, ad ospitare "persone che scappano dalle guerre, dalla fame e dalla miseria, rischiando per venire in Italia dove non ci rubano nulla" e chi, invece, li considera degli "intrusi venuti ad aggravare una situazione difficile in primo luogo per gli italiani che hanno il diritto di essere tutelati da uno Stato assente". 

IL SINDACO . "Ribadisco anche oggi - ha dichiarato il sindaco dopo aver incontrato i residenti in via Bombonati - che ancora nessuna comunicazione ufficiale è arrivata al Comune dalla Prefettura sull'apertura del centro. Ritengo che non sia il giusto modo di procedere per attivare politiche di integrazione e accoglienza, ma anzi se il Comune fosse stato interpellato con tutta probabilità avrebbe dato un parere diverso sull'ubicazione. Ribadisco inoltre che il Comune non riceverà e non impiegherà  alcun soldo pubblico per questa struttura, ma che si tratta di fondi gestiti a livello nazionale ed europeo. Come Amministrazione comunale siamo consapevoli che in Italia c'è bisogno di politiche dell'accoglienza, ma queste possono essere meglio gestite e più efficaci se c'è una condivisione, soprattutto con i livelli istituzionali che gestiscono i territori".