‘Artistica-Mente, mostra-tributo dedicata all’artista Toscanaccio
LE ANALOGIE - Le sue opere trovano la giusta collocazione nella casa dedicata alla poetessa Alda Merini proprio per le analogia di originalità, spontaneità e metaforica espressione di bellezza. Attraverso questa installazione l’arte raggiunge il suo scopo: dar corpo all’immaginazione per mezzo del talento, il talento del genio.
TOSCANACCIO - Le opere rispecchiano l'animo di Toscanaccio: sono originali, creative ed eccentriche. I tratti tipici dell'artista vengono esplicitati attraverso le superfici accartocciate e colorate ricche di tubi e manichini, anche se non manca il simbolismo celato dietro ai colori e ai glitter. La grafica dei quadri inoltre ha un ordine infinito e ripetitivo, quasi compulsivo. Allo stesso tempo le opere sono però estremamente tecniche, ingegnose e sofisticate, nelle quali tutto è in sintonia, perfettamente definito e definibile.
GIULIANA MOSCA - Giuliana Mosca, curatrice della mostra, dichiara: ““Artistica-Mente” consente di conoscere l’artista Toscanaccio nell’intensità e varietà dei colori delle sue opere, ma anche, soprattutto, l’uomo Giuseppe nella purezza e profondità della sua anima”. Lo stesso artista poco prima aveva commentato: “Ho scritto una bellissima pagina nella Storia dell'Arte”.
LA MOSTRA - La mostra sarà aperta al pubblico dal 10 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 con i seguenti orari: lunedì dalle 19:00 alle 23:00, martedì e mercoledì dalle 10:00 alle 13:00. Da giovedì a domenica dalle 18:00 alle 22:00.
LA VITA - Giuseppe Vittorio Scapigliati nacque a Piancastagnaio (SI) il 1 aprile 1946 da una famiglia di umili origini. Si trasferì a Roma all’età di 15 anni, dove studiò presso l’Istituto Tecnico Armellini e si diplomò. Toscanaccio non ebbe una formazione scolastica di tipo artistico, né frequentò mai lo studio di qualche maestro: si può considerare un autodidatta. La sua vena artistica si manifestò durante gli studi superiori con tratti già definiti in bianco e nero e mediante l’utilizzo della matita come suo unico strumento. Nel 1969, vestito di tutto punto e con una cravatta viola – già simbolo della sua trasgressione, del suo anticonformismo e anche della sua elegante personalità - si presentò durante una collettiva all'artista Gianni Crialesi, che lo introdusse nel circolo artistico-culturale di Ostia, allora particolarmente attivo.
A partire dal 1971 iniziò un’intensa ed abbondante produzione di disegni figurativi, cui rimarrà ossessivamente legato per 7, 8 anni. Tra gli anni ‘80 e ’90 prese il via la sua ricerca, più raffinata, degli astratti: linee, segni, qualche colore, poi ancora scritte, materia, colori più caldi, maschere, tubi, manichini… E ancora colore, sempre più vivo e sempre più spazi occupati. “Io riempio gli spazi delle mie tele, tutti, comprese le cornici e se potessi andare oltre lo farei…”, ammise lo stesso artista. Toscanaccio ci ha lasciato, improvvisamente, ad Ostia, il 6 febbraio del 2015, proprio mentre le sue “Opere Inutili di Un Pittore Inutile” esposte a Nettuno, stavano riscuotendo un grandissimo successo.
Intervista al Toscanaccio di Silvia Tocci (Ostia, estate 2010)
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