Roma - Per la prima volta nella storia Assobalneari Roma scende in piazza insieme all’associazione degli albergatori romani. Le ipotesi sul tavolo di Ignazio Marino di aumento, ed  in alcuni casi, raddoppio della tassa di soggiorno ha messo in moto l’intera filiera del turismo; tutti gli operatori sono infatti allarmati per questa iniziativa considerata disincentivante per lo sviluppo del settore turistico nella Capitale. A piazza S.S Apostoli presenti alla protesta pubblica indetta da Federalberghi Roma tutte le sigle del turismo e dell’accoglienza per un totale di quasi un migliaio di imprenditori: FAITA (Turismo all’aria aperta), ALBAA (B&B e Affittacamere), FIAVET (Agenzie di viaggi), FIPE (Pubblici Esercizi), SIB (Balneari), Assobalneari Roma – Federbalneari Italia e Confesercenti/ Assohotel. 

Era inoltre presente una delegazione di Federalberghi nazionale capitanata del Presidente Bernabò Bocca, mentre le Federalberghi di Firenze e Venezia si sono idealmente unite a quella romana inviando via lettera ufficiale al Sindaco Ignazio Marino i sensi della propria preoccupazione per l’aumento del contributo di soggiorno nella Capitale, principale porta d’entrata in Italia per milioni di turisti. Dalla giunta capitolina arrivano informazioni circa la volontà di aumentare la tassa di soggiorno, dai 3 euro fino anche a 6 euro per gli hotel a cinque stelle e 10 euro per  gli hotel nella fascia deluxe. Secondo il Presidente  Renato Papagni: “Il turismo romano ha bisogno di una strategia promozionale e di un’organizzazione sistemica. Non è aumentando la tassa di soggiorno che si risolvono i problemi non solo locali, ma anche nazionali di cui la Capitale è l’esempio emblematico: la maggiore quota di arrivi  di turisti è determinata dalle città di interesse storico architettonico  e delle località balneari. Nonostante ciò stiamo perdendo ogni anno quote di mercato. – conclude il Presidente Papagni: “Assobalneari Roma - Federbalneari Italia è solidale con gli albergatori romani”. Dopo una pianificazione di marketing, da parte dell’Amministrazione, sarebbe anche giustificabile un contributo di soggiorno, ma i proventi dovrebbero essere reinvestiti in promozione nello stesso settore turistico”.