Roma – “I disagi al trasporto pubblico di questi giorni sono inaccettabili e di questo voglio scusarmi con tutta la città”, ha dichiarato il sindaco di Roma Ignazio Marino, rivolgendosi ai romani e ai turisti in apertura della conferenza stampa convocata oggi, venerdì 24 luglio, in Campidoglio per annunciare il piano di emergenza da 501 milioni di euro per salvare Atac e la decisione di aprire alla privatizzazione dell’Azienda.


“Per questo”, ha proseguito il primo cittadino, “ho chiesto al consiglio di amministrazione di Atac e all'assessore ai trasporti di fare un passo indietro. Da oggi cominciamo una nuova strada. Con il presidente Zingaretti abbiamo deciso di ricapitalizzare l'azienda e, mantenendo il controllo pubblico, di iniziare la ricerca di un partner industriale che renda più efficiente il servizio”. Un annuncio, quello di privatizzare Atac, che non ha stupito i più benché, nelle ultime settimane, era stato lo stesso sindaco Marino a dichiarare, in diverse occasioni, anche attraverso video sulla propria pagina Facebook, di aver avuto incontri con il direttore generale dell’azienda comunale Micheli per trovare soluzioni ai gravissimi disservizi che si sono verificati a partire dai primi giorni di luglio sulla Roma-Lido e sulle linee della metro. Oggi, invece, la decisione presa, secondo quanto ha detto il sindaco, nel corso dell’incontro, durato oltre due ore, in tema di rifiuti e trasporti con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. A Micheli, inoltre, Ignazio Marino ha dato l’incarico di cambiare il cda e di “rinnovare profondamente il management aziendale, allontanando i dirigenti responsabili delle inefficienze”.


All’assessore ai trasporti Guido Improta ha chiesto di formalizzare le proprie dimissioni, che lui stesso aveva anticipato, invitandolo ad “ammettere che il lavoro svolto è insufficiente”. Improta, da parte sua, ha replicato immediatamente: “Marino è stato scorretto”. Gianluca Peciola, capogruppo capitolino Sel, il partito fuoriuscito dalla giunta ma che continua a sostenere il sindaco, è stato chiaro, ribadendo un secco ‘no’ alla privatizzazione di Atac, ritenendola ‘pericolosa’. Anche l’opposizione ha contestato la decisione, bollando come ‘indecoroso’ il comportamento di Marino. Per quanto riguarda più nello specifico il piano di salvataggio dell’Azienda che altrimenti, secondo il sindaco, sarebbe stata destinata al fallimento, si tratterebbe di risolvere i “problemi finanziari con una nuova ricapitalizzazione di circa 200 milioni di euro in denaro liquido e in beni, di cui si è fatto carico il Comune di Roma, cui si aggiunge l'impegno di Nicola Zingaretti, a nome della Regione Lazio, di trasferire entro il 30 settembre 2015 301 milioni al Comune di Roma". Inoltre, il sindaco, che intende mantenere la maggioranza pubblica nella gestione di Atac, cercherà, con il governatore, un partner anticipando così la privatizzazione voluta dalla direttiva europea sul trasporto pubblico entro il 2019. Per il sindaco, privatizzare sarebbe l’unica strada per evitare la perdita di lavoro dei dipendenti mettendo a rischio il servizio.

 

In merito alla vicenda Atac Ignazio Marino, come ha sottolineato oggi, ha già fissato un incontro con i sindacati confederali in Campidoglio per giovedì 30 luglio alle ore 17. 



Sui social ecco alcuni commenti. Scrive Giulio Notturni, capogruppo uscente Lista Marchini X municipio: “...I tragici Disagi degli ultimi giorni erano studiati a tavolino per far digerire questa decisione...lo dico da tempo e per fortuna i fatti mi danno ragione...#nienteacaso...La Roma-Lido verrà (s)venduta ai Francesi che guadagneranno milioni innalzando il biglietto e sfruttando il futuro Stadio della Roma...#vergogna #bastaspeculazioni...”. • E A.C.: “Ma le aziende sono fesse che comprano altre aziende in perdita? In modo che le stesse aziende debbano investire per non si sa quanti anni e aspettare altrettanti anni prima di rientrare delle spese? Dov'è l'inganno signor sindaco? Quanti soldi costerà questo giochetto ai cittadini? Che saranno costretti a versare dei soldi per risanare un'azienda della quale poi i privati godranno dei frutti?”. Aggiunge C.R.: “cominci a licenziare e a precettare, questi signori non possono mettere Roma in ginocchio”.

E P.S.: "non si deve scusare per il disagio questo è conseguenza della sua (e di altri) incapacità si deve scusare di dover ricorrere ai privati per far funzionare una cosa che è tutta sua e del popolo romano quindi si deve scusare di starci a defraudare". M.P.: "Non ci bastAno più le scuse, serve un forte cambiamento, tutti a casa, dentro bravo manager capaci e onesti! Basta questo stillicidio, Atacama, Metrebus, Ama vanno resettare completamente, fine dei giochi, poi i manager che hanno procurato i danni deriverebbero risarcire la città e i romani, come all'estero, qui invece se ti cacciano ti danno la buonuscita milionaria e il giorno dopo a fare il manager in un'altra azienda della combriccola, il popolo è stanco, il popolo deve insorgere!".