Ostia - Dopo 11 mesi in carcere è stato assolto, con formula piena, dall’accusa di aver partecipato ad un attentato che poteva costare la vita al parente di una nota famiglia malavitosa di Ostia. E’ tutta qui la storia di Roberto Cirillo nei cui confronti i giudici della VI sezione del tribunale della Capitale hanno fatto cadere tutte le accuse in relazione a quanto avvenuto il 20 aprile dello scorso anno, in via Forni, nella città del litorale romano.

In particolare, si ricorda. quel giorno fu gambizzato Paolo Ascani, cognato di Roberto Spada. Per il fatto nel novembre 2020 – si aggiunge – sono stati condannati, in abbreviato, a 11 anni per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso: Girolamo Finizio, 46enne cognato di Angelo Senese subentrato al comando del clan e fratello del boss Michele Senese detto ‘O Pazzo’, e Adriano D’Arma, l’uomo che secondo gli inquirenti ha fatto fuoco. Cirillo, difeso dagli avvocati Angela Porcelli e Giorgio Vianello Accorretti, si è sempre proclamato innocente. Ha scelto il rito ordinario a differenza degli altri.

Pure lo stesso Ascani è stato condannato, a 2 anni, per favoreggiamento. Secondo i pubblici ministeri della Dda l’uomo disse di non sapere nulla dei suoi aggressori, ma da quanto emerse dalle indagini stava in realtà pianificando una vendetta. Secondo le indagini dei carabinieri la gambizzazione è da collocarsi nelle dinamiche di “riposizionamento” dei gruppi malavitosi lidensi sullo “scacchiere” di Ostia. Cirillo, che lavorava in un deposito giudiziario e non aveva alcun precedente o segnalazione di polizia, ha sempre ripetuto che lui non c’entrava niente.

Nei suoi confronti il pm aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione.In base al provvedimento di custodia eseguito a suo tempo i problemi per Roberto Cirillo riguardano quanto ricostruito in occasione di quel 20 aprile. Lui stava andando a prendere la macchina del fratello ad alcune centinaia di metri da dove fu ferito Ascani.

“Nulla di più”, dicono i legali. Un movimento immortalato da una telecamera a circuito chiuso fece ritenere gli investigatori che Cirillo avesse una qualche intesa con Finizio e D’Arma. Ma i filmati precedenti e successivi hanno confermato – secondo i difensori – che il loro assistito era estraneo a quei fatti. L’avvocato Porcelli ha spiegato: “La sentenza di assoluzione per Roberto Cirillo riconcilia con quel senso di giustizia che deve permeare il processo penale”. (askanews)