Ostia – Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Luciano Randazzo, legale di Maurizio Falcioni, condannato il 19 dicembre scorso alla pena di venti anni di reclusione nell’ambito del processo sul caso di Chiara Insidioso Monda:



“Ho letto con una certa attenzione e con un po’ di stupore le dichiarazioni rilasciate a margine della sentenza di condanna di Maurizio Falcioni da parte di alcuni personaggi politici sul quotidiano Ostia Tv e, tra l'altro, sono convinto che ce ne saranno ancora, secondo la migliore tradizione salottiera e mediatica cui ormai siamo da tempo abituati. La mia attenzione è motivata dalla sconcertante puntualità in cui queste dichiarazioni avvengono, mentre lo stupore è dettato dalla mancanza assoluta di un senso di garantismo che un politico dovrebbe comunque avere nei confronti di un povero condannato non ancora con sentenza passata in giudicato, sociopatico, malato psichiatrico e anche rifiuto umano. Appartengo a una generazione di avvocati che considerano centrali nel processo penale i diritti dell'imputato e tutte le garanzie di cui questo è portatore, anche se imputato di un crimine orrendo come nel caso di specie. Ritengo che debba esistere anche per il condannato il diritto ad essere rispettato come sono convinto fermamente che la Verità medesima non possa trovare spazio all'interno del processo sostituendo quella logica e giudiziaria. La certezza della pena, la esemplarita' della punizione non possono derivare dagli impulsi mediatici, come è certamente avvenuto per questa vicenda.



Esaltare una condanna non mi sembra giusto ma soprattutto è contrario ai nostri principi di civiltà giuridica. Il grande Foucalt sosteneva che non vi è nulla di peggio per una persona che esaltare la condanna cui viene sottoposto un individuo anche se reietto e bandito dalla società. Sono questi i retaggi di sistemi penali di antico regime e di inquisizione ormai superati dai valori di cui è portatrice la nostra grande civiltà giuridica. Oggi il popolo, giustizialista, forcaiolo e mutevole, è riuscito ad entrare attraverso il circo mediatico - giudiziario nelle aule di giustizia, un tempo tempi sacri per l'accertamento della verità. La certezza della pena mai può essere propagandata politicamente e questa è stata una tragedia annunciata che si sarebbe potuta evitare se ci fosse stata maggiore attenzione a due persone bisognose di aiuto proprio da parte di quei politici che dovrebbero rappresentare le istituzioni. Sono stati attori inconsapevoli di un dramma annunciato e di questo dramma entrambi stanno pagando con le loro vite, sia la vittima che il carnefice. È facile stare con Abele dopo gli eventi; molto difficile difendere Caino, credetemi”. Avv. Luciano Randazzo