Axa – Consorziati esasperati pronti alle barricate e a chiudere le strade dell’Axa al traffico pubblico. La protesta nasce dal fatto che le vie del consorzio Axa, nonostante siano aperte al pubblico, sono di proprietà dei consorziati. A stabilirlo è da una parte la convenzione, cioè il "contratto" stipulato nel 1961 tra il Comune di Roma e l'Agricola per azioni, la società lottizzatrice, e dall'altra gli stessi atti notarili di compravendita in base ai quali l'acquirente di un immobile è proprietario anche della parte di strada prospiciente il suo ingresso, fino alla mezzeria. A ricordarlo è Maurizio Giandinoto, socio del consorzio Axa. E’ per questa ragione che il Campidoglio eroga ogni anno al consorzio, e quindi ai consorziati, un contributo a titolo di "risarcimento danni" per la manutenzione/ricostruzione delle strade su cui passano tutti.
Ma sarebbero ormai due anni che il Comune di Roma, oltre a non pagare il contributo per il 2011 e il 2012, per oltre di un milione di euro, cui presto potrebbe probabilmente aggiungersi il 2013, per altri 5, 600.000 euro, avrebbe deciso anche di ridurre il contributo per le spese di manutenzione delle strade dal 50% al 35%. Arbitrariamente, denuncia Giandinoto. Tanto che il Tar del Lazio, cui il Consorzio ha presentato ricorso, per ben due volte ha definito “non conformi” i criteri utilizzati per diminuire la percentuale, ingiungendo al Campidoglio di “riesaminare la decisione... ingiustificata”. Gli amministratori e soprattutto i consorziati, che senza il contributo comunale sarebbero costretti a pagare di tasca propria la manutenzione delle strade sulle quali transitano ogni giorno auto e camion provenienti dai quartieri limitrofi (Acilia, Malafede, Acilia sud e Stagni), sono infuriati. Si aspettavano infatti che il comune si adeguasse alle decisioni del Tar, invece con due delibere successive i politici capitolini hanno ribadito la validità della percentuale al 35%, ignorando, pare, anche la morosità.
A questo punto i consorziati, esasperati, nonostante i tentativi del consiglio di amministrazione del consorzio di contenere la protesta, hanno cominciato a ipotizzare azioni clamorose come quella di scendere in piazza per ottenere la chiusura di ogni accesso al quartiere con barriere automatiche, limitando l'uso delle strade ai soli "axensi". “Certo, i check-point, oltre a creare seri problemi di circolazione al sistema viario via del Mare-Cristoforo Colombo, violerebbero la vonvenzione, ma del resto il primo a farne carta straccia è stato proprio il Campidoglio, non pagando i contributi per due anni e riducendone senza motivo la percentuale”, afferma Giandinoto.
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