Axa - Una o più fontanelle pubbliche al Parco Roscioli all’Axa? Sembra facile! Se ci si illude che basti  inoltrare una richiesta al comune e che nel giro di qualche giorno...  E invece manco per niente!  Non si parla di giorni. E nemmeno di settimane. Ma di mesi. Almeno tre. Ma perché tutto sto’ tempo? A denunciare le lungaggini di una burocrazia che tutto rallenta è il consorzio Axa, che vorrebbe far dotare il nuovo parco dei ‘nasoni’.


Ma, appunto, non è semplice. L’iter, tanto per cominciare, prevede la presentazione di una domanda al Municipio X per l’installazione di una fontanella pubblica, due o tre nel caso del consorzio Axa, da sistemare al Parco Roscioli. E, visto che si è in argomento, l’intento sarebbe far arrivare l’acqua potabile anche a quella di via Eschilo, ad ora non funzionante e solo “scenografica”, nei pressi dell’incrocio Eschilo/Ibico/Aristofane dove adesso si trova una rotatoria al posto del semaforo. Tornando alla procedura. Dopo la domanda al municipio si è tutt’altro che a cavallo.


La richiesta deve essere innanzi tutto valutata e poi approvata dal consiglio municipale, ovvero dal presidente, quattro assessori e 15 consiglieri seduti in aula. Che se poi per qualunque motivo fosse negativo, niente fontanelle. Dopo l’approvazione, a questo punto, il Municipio X, anche se la procedura è identica per tutti i municipi romani, trasmette a sua volta la richiesta al Campidoglio.  Altra seduta, stavolta del consiglio capitolino con sindaco, vice, dieci assessori e 24 consiglieri riuniti nell’aula Giulio Cesare per deliberare, dopo aver sentito il parere di almeno un paio di commissioni, sulla richiesta di installare 2, 3 fontanelle nel comprensorio Axa.


“Ammesso che tutto fili liscio e la richiesta del Consorzio Axa, già approvata dal Municipio X, venga approvata anche dal consiglio comunale, la domanda viene trasmessa all’Acea Ato 2, che però, prima di installare le fontanelle, dovrà fare un sopralluogo e valutare se ci sono i requisiti necessari. Se non ci fossero, amen, gli assetati dovranno portarsi dietro borracce o spendere soldi per dissetarsi al bar”, spiegano scorati al consorzio. “‘Naturalmente’ tutto questo complesso iter serve nel caso che le fontanelle siano pubbliche, cioè che l’acqua venga distribuita gratuitamente e pagata - un po’ per uno - da tutti i cittadini romani. Esattamente come noi che paghiamo per le oltre 2.500 fontanelle sparse per la città, la cui acqua è a distribuzione libera. Ma anche a “spreco selvaggio”, visto che i “nasoni” sono quasi tutti senza rubinetto e quindi erogano acqua potabile a ciclo continuo, che finisce dritta dritta nelle fogne”, proseguono. “Un bell’esempio (bello si fa per dire!) di questo inutile sperpero è la fontanella posta sulla Colombo, proprio all’ingresso dell’Axa dal lato di via Pindaro. Noi dell’Axa, che siamo abituati a pagarci tutto da soli, potremmo risolvere la questione chiedendo un’utenza privata, con tanto di contatore come un qualsiasi cittadino che si insedia in un appartamento, ma la procedura burocratica non cambia di molto, dato che le fontanelle poi sono a disposizione di tutti, cioè diventano pubbliche. E in più dovremmo aggiungere ai costi consortili, già abbastanza elevati, anche la bolletta dell’acqua. Insomma, si fa prima a morire di sete che a piazzare due/tre fontanelle, pubbliche o private che siano. Viva la burocrazia!”, concludono.