Axa, sigillati due contatori: 8 ore senza acqua
"E’ successo all’Axa, in via Eschilo, mercoledì 28 gennaio. Alle 8:30 di mattina. Per i sei utenti collegati ad un unico contatore, di cui il sottoscritto è titolare, l’erogazione dell’acqua è cessata di colpo, lasciando qualcuno insaponato sotto la doccia, qualcuno in bagno senza poter né scaricare né lavarsi, qualcun altro con la barba a metà. Senza considerare i possibili danni a lavapiatti, lavatrici e termosifoni in funzione. Sulle prime, tutti abbiamo pensato a un guasto e molti hanno telefonato al numero d’emergenza dell’ACEA per sapere cosa fosse accaduto. I vari operatori che hanno risposto alle chiamate, però, controllando sul computer - presumibilmente quello centrale dove confluiscono le informazioni e che dovrebbe essere uguale per tutti! - hanno escluso interventi di emergenza nella zona o altri motivi per cui l’erogazione fosse stata sospesa. Per loro, insomma - e per il computer - era tutto in ordine. L’acqua, però, continuava a non venire, così ho indossato un giaccone e sono andato a guardare se per caso il contatore, che è all’esterno, lungo la strada, sistemato in un vano con lo sportello di ferro rotto da tempo e perciò accessibile anche ai “burloni”, fosse stato manomesso.
Con mia grande sorpresa, ho visto che il rubinetto dell’erogazione era stato piombato, come si usa fare con chi non paga le bollette. Non solo il contatore intestato a me, ma anche quello accanto, a cui sono allacciate altre dieci utenze della palazzina di fronte. Mentre stavo lì, a guardare incredulo quei sigilli, chiedendomi se a me, e per combinazione anche al titolare dell’altro contatore, fosse sfuggito qualche pagamento, un vicino, con mezza barba fatta e la faccia ancora insaponata, mi ha informato dalla finestra che poco prima due operai scesi da un furgoncino marcato ACEA avevano armeggiato un po’ attorno ai contatori e poi se n’erano andati. Forse lo hanno piombato loro, ipotizza. Impossibile, ho replicato sicuro io. Ammesso, e tutt’altro che concesso, ci fosse qualche bolletta insoluta, non esiste che due contatori vengano piombati lasciando senz’acqua sedici utenti senza uno straccio di avviso. Comunque, deciso a risolvere la questione, mi sono vestito, ho preso la cartella delle bollette pagate e, ovviamente senza lavarmi, sono saltato in macchina. Destinazione l’ACEA di Ostia.
Nonostante i miei modi alquanto alterati, l’impiegato ha risposto con cortesia che sul suo computer – evidentemente diverso da quello degli altri operatori interpellati! – risultava una bolletta non pagata di qualche anno prima. Cercando di contenere la rabbia montante, ho sfogliato tra le ricevute e, trovata quella in questione, l’ho sventolata davanti agli occhi dell’impiegato, chiedendo come si fosse permessa l’ACEA di bloccare i contatori così, all’improvviso, senza neppure avvertire. Dopo essersi scusato per conto dell’ACEA, l’impiegato ha impapocchiato una sorta di spiegazione: gli operai che sono venuti a sigillare i contatori appartengono ad una ditta esterna, a cui è stato appaltato il lavoro. Più contatori piombano in un giorno e più la ditta appaltatrice – e quindi gli operai – guadagnano. Avvertire gli utenti, insomma, per loro sarebbe stata una “perdita di tempo”. Facendo una fatica titanica a non tirarlo fuori per la collottola dallo sportello ho chiesto ruggendoall’impiegato quando l’erogazione dell’acqua sarebbe stata ripristinata, poi, avuta l’assicurazione che non sarebbe occorsa più di un’ora, sono andato a smaltire la rabbia in un bar, dove finalmente ho potuto fare la colazione che non avevo potuto fare a casa. Morale: in Italia può succedere di tutto. Anche questo…. E sono così trascorse otto ore senz'acqua".
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