Ostia - «Gli stabilimenti balneari italiani sono attualmente abusivi perché la sentenza odierna della Corte di Giustizia europea ha dichiarato l'incompatibilità della legge italiana numero 221/12, che all'articolo 34-duodecies dispone la proroga automatica delle concessioni al 31/12/2020, con la direttiva Bolkestein. L'articolo 12 della direttiva, che in tale parte è self-executing, prevede infatti che a causa della scarsità delle risorse naturali, il rilascio delle concessioni debba avvenire solo con una procedura di selezione che presenti garanzie di imparzialità e trasparenza», lo dichiarano in una nota i Radicali Maria Laura Turco, avvocato, e Paolo Izzo, scrittore.

«Dopo un gioco delle tre carte che dura almeno dal 2009 e con cui il nostro Paese ha illegittimamente protetto gli interessi corporativistici dei concessionari balneari - proseguono - la sentenza di oggi conferma quanto pochi di noi stanno chiedendo, inascoltati, da anni: le concessioni balneari dovranno essere assegnate dopo aver svolto una gara di pubblica evidenza che garantirà servizi migliori agli utenti a prezzi più bassi». «Il criterio che la PA deve seguire - concludono - per l'assegnazione della gara è infatti quello del miglior soddisfacimento dell'interesse pubblico. Senza dire nulla circa i canoni ridicoli che i concessionari pagano per lo sfruttamento del bene pubblico: circa 1 €/mq all'anno e una tariffa di poco superiore se l'area è coperta con strutture di difficile rimozione, tipo ristoranti e negozi».