Dolore, indignazione, rabbia tra i residenti del quartiere residenziale dell’entroterra di Ostia per il tragico incidente nel quale mercoledì pomeriggio ha perso la vita il piccolo Manuel. Il post disperato del padre. Indagato per omicidio stradale il giovane che era alla guida del suv che si è schiantato contro la Smart

Casal Palocco – “Volevo esprimere con quel che resta del cuore mio di Elena e della piccola Aurora un ringraziamento a voi che avete pregato donato e anche solo pensato al nostro Manuel strappato da 'sto mondo infame”, scrive accorato sul suo profilo Instagram Marco Proietti, il papà del piccolo Manuel, il bimbo di cinque anni morto nel tragico, assurdo incidente di Casal Palocco, lo scorso 14 giugno. E sottolinea, disperato, “Ti ameremo per sempre. Rip Polpi!”. 

E papà Marco condivide una foto con peluche, fiori, girandole, palloncini, lumini laddove la vita del proprio figlioletto è stata spezzata in un pomeriggio di inizio estate. Colorato e tragicamente eloquente il luogo dell’impatto fatale tra la Smart, su cui si trovava il bambino insieme alla mamma Elena Uccello, 29 anni, e alla sorellina Aurora, di tre, rimaste ferite ma fuori pericolo, e il suv Lamborghini, condotto da un ventenne. A bordo si trovavano cinque giovani, quattro ragazzi e una ragazza, tra i 20 e i 23 anni d’età, appartenenti al gruppo di youtuber TheBorderline, che sembra ormai certo stessero partecipando a una challenge, una ‘sfida’ sul web. Il gruppo è seguito da oltre 600mila giovani. 

Il luogo dell’incidente, tra via Archelao di Mileto e via di Macchia Saponara, continua ad essere oggetto di un pellegrinaggio di persone di tutte le età, bambini compresi, che portano un fiore, un pupazzo, una girandola, di quelle che tanto piacevano a Manuel. E’ l’omaggio che i residenti del bel quartiere residenziale di Casal Palocco, tra sgomento, incredulità, rabbia, indignazione, tributano al bimbo, costantemente, da quel maledetto mercoledì. 

Ad essere spezzata non solo l’esistenza dell’Angelo Manuel, ma anche quella della sua famiglia, di una comunità sconvolta, di un Paese intero dove, con rabbia e indignazione per quanto accaduto, per il dolore causato a piene mani, ci si interroga su un sinistro che non sarebbe mai dovuto succedere, su comportamenti di giovanissimi che, secondo quanto ricostruito e testimoniato, dopo aver noleggiato un bolide, un suv Lamborghini, avrebbero scorrazzato a tutta velocità, a oltre cento chilometri all’ora, per le vie del quartiere per una sfida di guida ininterrotta lunga 50 ore, che porterebbe soldi e guadagni facili. 

Nel frattempo, dagli esami effettuati presso il San Giovanni, sarebbe emerso che il giovane alla guida del suv sarebbe risultato positivo ai cannabinoidi. Nell'inchiesta aperta preso la procura di Roma si procede per omicidio stradale e lesioni: al vaglio dell'autorità giudiziaria le posizioni degli altri quattro ragazzi. Da esaminare anche i video postati dagli youtuber, tra cui quello in cui uno dei ragazzi esclama: “Questo con la Smart che sta facendo. Ah bello! La macchina tua costa 300 euro, usata al Conad. La mia costa un miliardo”. Poi, lo schianto. E lacrime, dolore, infinito dolore.

Sono state dimesse ieri la mamma Elena, che era stata ricoverata al Sant'Eugenio, e la piccola Aurora, trasportata al Bambino Gesù. Un rientro a casa penoso, senza il loro Polpi.