Fiumicino – “Un referendum sullo sviluppo aeroportuale e portuale? In questo momento è necessario compattarsi, non porre veti o alzare barricate. Il porto commerciale e l’aeroporto possono rappresentare due enormi bacini dai quali attingere per annullare il gap occupazionale sul nostro territorio. Due opere in grado di rilanciare un’economia falcidiata dai tagli e dalla crisi economica che ha colpito comuni e famiglie. – lo afferma Raffaelo Biselli, vicepresidente consiglio comunale di Fiumicino - Imporre referendum o consultazioni popolari, in questo particolare periodo storico, rischia di bloccare un piano di sviluppo che Fiumicino faticosamente sta tentando di portare avanti. Ciò non vuol dire che la città debba essere bypassata e non possa entrare nel merito delle scelte che la coinvolgeranno in prima persona, né tantomeno che Fiumicino debba abbassare la testa supinamente, accogliendo qualsiasi proposta venga fatta sul proprio territorio. È qui che entra in gioco il ruolo dell’amministrazione. Un’amministrazione forte, che faccia sentire la propria voce e tutto il suo peso nei tavoli che contano e durante le conferenze dei servizi. Che decida al meglio per se stessa e per il Comune. Che tenga conto degli impatti acustici, dell’inquinamento, dei disagi stradali che eventuali nuove opere porteranno con sé. Che imponga un serio piano occupazionale il quale coinvolga in primis la città che ospita le opere. Ma dire no a priori allo sviluppo aeroportuale, che non significa raddoppio o ampliamento ma un forte investimento sulle infrastrutture per evitare il caos bagagli o la saturazione del Leonardo Da Vinci relegandolo ai margini del mercato. E dire no a un piano crocieristico e portuale soltanto per accattivarsi qualche simpatia, rischia di essere un boomerang per la nostra economia. Occupazione e sviluppo non si creano senza nuove infrastrutture”.