Bolkenstein, i balneari scendono in piazza contro la messa all’asta delle concessioni
Nella stessa giornata, ma in un'altra piazza romana, anche gli ambulanti manifesteranno contro la direttiva Bolkestein che analogamente ha aperto alle procedure di selezione per le loro attività. «A far decidere i balneari a scendere in piazza - spiega il comunicato - è stata la presentazione del disegno di legge per la riforma del comparto (avvenuta lo scorso 27 gennaio in consiglio dei ministri, NdR). Si tratta di un decreto “ammazzabalneari”, che certifica le aste per le nostre imprese. A ciò si aggiungono le inequivocabili parole del ministro Carlo Calenda, che nei giorni scorsi ha detto: “Sono favorevole alla Bolkestein perché a mio avviso, quando lo Stato dà una concessione, deve metterla a gara. Nella maggior parte delle situazioni le concessioni demaniali sono casi eclatanti, anzi vergognose”.
Parole che tolgono ogni alibi e che giocoforza hanno portato, legati da unità di intenti, Comitato salvataggio turismo, Donnedamare, Itb, tutte le associazioni regionali della Toscana e molte altre regioni italiane, sostenuti dai sindacati di categoria che più ascoltano le richieste della base, cioè Assobalneari e Cna Balneatori, a credere che non sia più il momento del basso profilo, ma della piazza, convinti che sia un momento determinante di lotta, a sostegno del NO alle evidenze pubbliche per le imprese familiari balneari italiane».
«Come Comitato salvataggio turismo – afferma il presidente Emiliano Favilla – abbiamo dato la disponibilità a dare comunicazione ufficiale al Questore di Roma di questa iniziativa che vuole essere unitaria e trasversale alla politica e alle forze sindacali. Una manifestazione pacifica, ma qualificante anche dal punto di vista mediatico, sia per i contatti con la stampa, ma anche con la politica e le istituzioni che vorranno essere presenti».
Aggiunge Bettina Bolla, presidente di Donnedamare: «Faccio un appello alle donne balneari italiane affinchè ci sia la massima partecipazione possibile. Sono convinta che ogni donna, guardando negli occhi il proprio figlio, questa volta non possa rimanere a casa. La lunga catena di tutte le donne balneari italiane appartenenti a diversi sindacati e associazioni sarà volta a sensibilizzare il governo e a far vedere chi veramente verrà danneggiato dall’attuazione delle evidenze pubbliche: famiglie, donne e bambini».
Come detto, a sostegno della manifestazione sono arrivati i sostegni dei presidenti dei sindacati balneari Itb Italia, Assobalneari-Confindustria e Cna Balneatori. «Finalmente la piazza – ha commentato il presidente di Itb Italia Giuseppe Ricci – non è più tempo del dialogo, in oltre dieci anni di lotta balneare abbiamo conosciuto ben cinque governi e siamo stanchi delle false promesse e dei passaggi elettorali. Il 15 marzo vogliamo le risposte che da anni aspettiamo».
«La partecipazione è importante – aggiunge Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari – perché solo con la presenza ognuno di noi puó esprimere il suo “No alla Bolkestein”. I balneari italiani sono nettamente contrari alla evidenze pubbliche e non le accetteranno mai. Non è una questione di slogan o di proporre soluzioni magiche o fantascientifiche. Esprimere la volontà degli imprenditori per Assobalneari non è una perdita di tempo o di credibilità, ma è un dovere sacrosanto derivatogli dal mandato di rappresentatività ricevuto che, oggi più che mai, si sta rafforzando giorno per giorno».
«Condivido e sostengo – ha inoltre fatto sapere in un comunicato stampa il presidente di Cna Balneatori Cristiano Tomei – le ragioni del presidio di protesta degli imprenditori balneari organizzato per il prossimo 15 marzo a Roma, che corrispondono alla nostra posizione sindacale: contrarietà alle evidenze pubbliche delle attuali concessioni e volontà di applicare il legittimo affidamento per istituire un regime di "doppio binario" e un lungo prolungamento per le attuali imprese, in modo da dimostrare la non inerenza delle concessioni balneari nella direttiva Bolkestein». (fonte Mondo Balneare)
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