Roma, 14 nov. (OstiaTV) – E' online il progetto 'Dis.Co.Bull' volto a contrastare il fenomeno del bullismo e della dispersione scolastica tra i giovani.

Il progetto è finanziato dal Pon (Programma Operativo Nazionale) Sicurezza e coinvolge nove istituti scolastici in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

All'indirizzo www.discobull.it, rilevano al Viminale, e' possibile visualizzare informazioni, notizie e un blog che riguarda il progetto 'Abbandono scolastico e bullismo: quali rischi tra i giovani?' promosso dall'Area II Tutela delle fragilita' sociali - Direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze - Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione.

Sul sito del ministero dell'Interno www.interno.it, si legge che tale progetto e' rivolto agli operatori del settore e ai ragazzi, di eta' compresa tra i 12 e i 18 anni, coinvolti nei fenomeni del bullismo e della dispersione scolastica.

Al fenomeno dedica un approfondimento anche l'indirizzo istituzionale della Polizia di Stato, www.poliziadistato.it. ''Nonostante i quotidiani fatti di cronaca, il bullismo rimane ancora un fenomeno sconosciuto a molte famiglie. Cio' che la maggior parte dei genitori ignora -viene rilevato- non e' tanto l'esistenza del problema sociale in se', quanto il fatto che il disagio potrebbe riguardare da vicino il proprio figlio o la propria figlia''. Al silenzio sugli episodi di prevaricazione ''si associa quasi sempre un motivo ben piu' sottile e per questo piu' difficile da superare: i bambini vittime del bullismo si vergognano della propria debolezza, di non saper reagire, di essere il bersaglio preferito di quei ragazzi che tutti considerano dei leader e, non ultimo, di essere "quel che sono": bambini cicciottelli o occhialuti finiscono il piu' delle volte ad attribuire alla propria condizione fisica la responsabilita' di cio' che avviene e a rivolgere per questo verso se stessi la propria rabbia''. ''Come dire: "sono diverso dagli altri ed e' per questo che finisco vittima del bullo della scuola". Cio' che invece i ragazzi devono imparare e' che non c'e' nulla che non va in loro: il bullismo e' un comportamento sbagliato "a prescindere"''.

Ecco allora -rileva la Polizia- che l'intervento della famiglia diviene determinante. Mamme e papa' devono imparare a comprendere il proprio figlio piu' di quanto egli sappia fare da solo. Per riconoscere i segnali di un eventuale disagio, per evitare che rimanga vittima del fenomeno. Ma anche per impedire che a trasformarsi in "bullo" possa essere un giorno proprio il loro bambino''.

(ADNKRONOS)