"Che calcio fa in città": i risultati di Roma e Lazio
La Lazio domina grazie allo stratega Petkovic e all’infallibile Klose. Mauri si immola per la causa. Candreva diventa laziale. La Roma crolla tradita da De Rossi. Zeman perde il suo sesto derby, i giallorossi il terzo consecutivo.
LAZIO - “E’ una delle soddisfazioni più grandi della mia carriera”. Le parole di Petkovic escono fuori sempre eleganti e misurate, ma sono gli occhi a parlare. Due fari pronti ad esplodere. Vince al primo tentativo, ma il tecnico lascia la scena ai suoi uomini: “Un successo di squadra, complimenti ai ragazzi bravi a interpretare bene la gara e a fornire una prestazione di grande qualità”. Candreva entra di diritto nel cuore della curva Nord, dopo le voci su un suo passato da tifoso romanista. L’esultanza dopo il gol dell’1-1 dimostra come minimo una sua redenzione. Klose conferma di essere l’uomo derby: secondo gol nella stracittadina e quando non segna , come lo scorso aprile, causa l’espulsione di Stekelenburg e il rigore, realizzato da Hernanes. Il gol decisivo nel precedente Roma-Lazio lo sigla Mauri, proprio come ieri. La rete della sicurezza. Del 3-1. Il capitano è da ammirare quando si sacrifica per la causa biancoceleste: prende un pugno da De Rossi (poi dopo le scuse del romanista, lo perdona), trascina la squadra al successo e rimedia a sua volta un rosso che lo costringerà a saltare la Juventus. Ma per un derby vinto, è il minimo.
ROMA - “Non si può giocare così”, il labiale di De Rossi dopo il gol del 2-1 realizzato da Klose è il prologo del pugno rifilato a Mauri. La Roma crolla su sé stessa nella domenica più importante, tradita da Capitan Futuro, proprio nel giorno nel quale aveva convinto Zeman a farlo giocare da regista. Domani alla ripresa degli allenamenti gli verrà notificata una multa e sarà messo a confronto con l’allenatore e la dirigenza. La Roma rinnega ogni ipotesi di cessione, ma con questo stato d’animo non ci sarebbe da sorprendersi se fosse proprio il giocatore a chiedere di andare via. Lunedì sera contro il Torino mancherà sia lui (tre giornate di squalifica) che Tachtsidis (oltre a Burdisso), gli uomini più deludenti di questo inizio di stagione, e ci sarà spazio dal primo minuto per il polemico Pjanic. Al di là delle smentite ufficiali, il bosniaco dopo la rete del 2-3 ha detto qualcosa di proprio carino a Zeman. Secondo qualche esperto di labiali c’è scappato anche qualche riferimento alla mamma, ma su questo non ci sono certezze. Di sicuro, il bosniaco giocherà titolare nella prossima partita per cercare un riscatto immediato, anche se al contempo sono da registrare alcune sirene di mercato: Tottenham, Real Madrid e il Napoli sono pronti a mettere sul piatto 15 milioni. Insomma, il suo futuro di carriera sembra essere in tutti i modi roseo, quello di Zeman molto meno: ha ricevuto l’ennesima conferma dal dg Baldini, ma sabato è previsto l’arrivo dell’ad Pannes dagli Usa, pronto a chiedere qualche spiegazione. I proprietari americani sono molto delusi dal rendimento in campionato, proprio come lo erano l’anno scorso quando in panchina sedeva Luis Enrique. Lui e Zeman, due modi opposti di intendere il calcio, che nella capitale hanno prodotto l’identico risultato: 17 punti in classifica dopo 12 giornate, settimo posto. Neppure i tifosi gradiscono.
Fabio Gaetano