Roma - Un messaggio forte, da lanciare in tutto il mondo, per riparare alla disinformazione degli  ultimi giorni. La  Lazio contro l’Udinese scende in campo con la scritta “No racism” sulle maglie e prima della partita il presidente Lotito spega il senso dell’iniziativa: “Società e tifoseria sono state ingiustamente accusate dopo il raid di Campo de Fiori - dice il presidente – e per questo abbiamo subito un grave danno di immagine. Innanzitutto ho voluto portare la mia solidarietà personale, di cittadino e di dirigente al ragazzo ferito andando a trovarlo in ospedale e ospitando la sua famiglia per il periodo della degenza. Con la maglia invece abbiamo voluto ribadire che la Lazio è contro il razzismo, e anche i suoi sostenitori». Non tutti, purtroppo: il solito migliaio di idioti pensa bene di farsi notare cantando “As Roma juden club”. Ma finché li fanno entrare non c’è salvezza. Sul campo, i biancocelesti sconfiggono agevolmente i friulani per 3-0 e si stabilizzano al 5° posto. Gli uomini di Petkovic si confermano una squadra con delle ottime potenzialità, ma ancora incapaci ad avere una personalità tale da permettersi di entrare in zona Champions. Lo dimostrano i precedenti contro Napoli, Juventus e Fiorentina. Domenica si torna all’Olimpico con il Parma, mentre la Roma sarà di scena a Siena.
 

La Roma 2.0 post derby è noiosa ma concreta. Nel calcio professionistico contano soltanto i successi e i sei punti ottenuti contro Torino e Pescara (senza subire gol) sono utili per recuperare l’entusiasmo e vedere il futuro con maggior ottimismo. Quando ci sono le vittorie, l’ambiente è maggiormente disposto a sentire i progetti in mente dalla società e dicembre sarà un mese ricco di novità in casa Roma. Verrà annunciata l’area nella quale sarà costruito il nuovo stadio (Tor di Valle in pole) e nominata una nuova figura dirigenziale residente a Roma, con il compito di essere il tramite tra Trigoria e gli Usa. Rescisso il contratto con la Kappa, la società sta avviando contatti con altre case internazionali di abbigliamento per trovare un nuovo sponsor tecnico. I tifosi sognano Nike e Adidas, tra tre mesi ne sapremo di più. Intanto da settembre 2013 molto probabilmente comparirà la scritta Volkswagen sulle maglie al posto di Wind. Cosa c’entra tutto questo con il pallone? Apparentemente niente, ma l’obiettivo è ricavare maggiori introiti dalle sponsorizzazioni e investirli nell’ingaggio di nuovi campioni. Fino ad oggi si sono spesi già 100 milioni per la campagna acquisti, ma in campionato la squadra sesta era due anni fa e sesta è oggi. Non sarà il caso di iniziare una nuova rivoluzione cambiando i dirigenti?

Fabio Gaetano