Roma - La Roma vince, Osvaldo e Zeman parlano, De Rossi no. Perché lo fa per 90 minuti sul campo. Correndo, inserendosi negli spazi come richiesto dall’allenatore, proprio i movimenti grazie ai quali aveva realizzato durante la scorsa settimana i due gol azzurri contro Armenia e Danimarca. Ieri a Marassi contro il Genoa non ha segnato, ma poco importa. Ha mandato dei segnali. Positivi, anche secondo Zeman: “De Rossi ha fatto una grande prestazione. E’ normale che lui non sia uno che si inserisce a metà campo per la fase offensiva, è più giocatore da costruzione da dietro, ha fatto questo, così come Tachtsidis”.

Infatti Capitan Futuro spesso e volentieri ‘scansa’ Panagiotis nel ruolo del regista come a dire : “Mister gioco dove dice lei, ma davanti alla difesa so essere di maggiore aiuto alla squadra”. Come dargli torto: nei primi 15’ i giallorossi annaspano. Il greco perde un sacco di palloni e i rossoblù vanno sul 2-0. Il preludio di un’altra figuraccia, dell’ennesima partita non giocata. Poi si riaccende l’interruttore. De Rossi afferra il lanternino, l’elettricista Totti (così lo soprannomina con affetto Lando Fiorini) accorcia le distanze, poi arriva “doppio” Osvaldo, cinque gol in campionato. Roma in avanti, ma la guerra con Zeman è sempre aperta: ”Osvaldo è questo purtroppo non l’ho avuto prima e sono contento che abbia reagito e che abbia fatto bene – ha dichiarato il boemo - Se continuerà ad essere titolare? Dipende dal suo comportamento, non dal mio”.  Osvaldo non ci sta e replica contro il proprio allenatore:  “Possono anche parlare male di me, ma il mio impegno non si deve discutere. Questa, comunque, per la Roma è una vittoria importante, perché nei primi venti minuti non avevamo capito niente”. E’ vero, squadra allo sbando. Sembrava essere il bis della partita contro la Juve e invece alla fine è stato come Roma-Atalanta 2-0, anzi meglio, perché Il poker lo serve Lamela e i giallorossi rimontano due gol agli avversari: non accadeva dal 30 marzo ‘91 (Bologna-Roma 2-3). Ma c’è ancora tantissimo da lavorare. Come ad esempio , l’approccio alla partita: vietato regalare i primi 30’ agli avversari, non può sempre finire bene.
 

Prendere esempio dalla Lazio, verrebbe da dire, che magari manifesta il problema opposto. Sabato, l’Olimpico si è vestito a festa per la partita contro il Milan, il miglior abito da sera, 60mila spettatori per rendere omaggio ad una squadra sempre più convincente: Petkovic ha donato un’anima ai giocatori,  Hernanes è sempre più consapevole dei propri mezzi. Ora non danza più in campo, trascina e segna: sblocca il risultato, è sempre protagonista delle trame offensive biancocelesti. Candreva tira dai 30 metri e realizza il 2-0, Klose nella ripresa calcia al volo e firma il tris. I biancoazzurri si permettono anche di riposarsi negli ultimi 30 minuti in vista della partita di giovedì di Europa League con il Panathinaikos e iI Milan si avvicina sul 3-2. Ma nessun problema, perché dopo la rete di El Shaarawy, la Lazio riprende a giocare e il Milan non è più pericoloso. Le aquile volano al 3° posto e recriminano per quei tre punti persi in casa, proprio contro l’ultimo avversario giallorosso: il Genoa. Ma occorre guardare avanti: il prossimo impegno di campionato sarà domenica a Firenze dal nemico Montella, autore di un poker storico in un derby di dieci anni fa. Un altro esame per capire veramente le dimensioni di questa squadra. L’Europa è vicina.

Fabio Gaetano