Roma - Questa mattina gli uomini del reparto Tutela Ambientale del Gruppo Spe (Sicurezza Pubblica Emergenziale ) del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, hanno dato esecuzione al sequestro dello scarico del depuratore fognario del Campo nomadi di Castel Romano, disposto dalla procura proprio a seguito delle attività di indagine svolte dai caschi bianchi.

In particolare, gli uomini del Vice Comandante Generale del Corpo Lorenzo Botta, hanno potuto appurare, nel corso delle attività investigative, durate circa due mesi, l’assoluto non funzionamento dell’impianto di depurazione fognaria, nonostante il "business" di 40.000 euro a trimestre, per le spese di manutenzione dell’impianto.

Ancora da quantificare invece i danni ambientali e l’eventuale pericolo di inquinamento delle falde, causate dai quotidiani scarichi non depurati, di un villaggio nato per ospitare 800 persone, in un’area protetta come la riserva regionale di Malafede.

Le attività dello SPE e del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale non sono destinate a fermarsi qui, gli agenti infatti, che avevano già proceduto per episodi analoghi nel campo nomadi della Barbuta, stanno passando al setaccio tutti i campi censiti della Capitale, alcuni dei quali come Salviati e Salone, sembrerebbero dai primi accertamenti, addirittura privi di allacci fognari, cosa che, qualora inequivocabilmente accertata, presenterebbe risvolti inquietanti vista la vicinanza alle falde di ricarica, dell’acquedotto Virgo (sorto nel 70 a.C.).