Acilia – “Abbiamo paura. Adesso, dopo quello che è successo l’altra notte, dopo gli spari che hanno rischiato per un soffio di colpire i miei sei figli che si trovavano sul divano, nella nostra casa, abbiamo paura. Tanta paura! Domani è Capodanno... Che succederà? Torneranno a sparare contro di noi urlandoci ‘Zingari di me...a, vi ammazziamo tutti’? Ci stavano ammazzando tutti quanti. Chiediamo un po’ di sicurezza, basta con le parole”. A parlare è M.S., 37 anni, croato, residente al campo rom di via Enrico Ortolani, ad Acilia. Qui la notte tra il 26 ed il 27 dicembre quattro persone a volte scoperto, a bordo di due scooter, dopo aver esploso nove colpi di pistola calibro 7,65 e 40, hanno continuato a minacciare e ad inveire contro i quaranta residenti dell’insediamento anche dopo l’arrivo dei carabinieri. Alla fine si sono dileguati ma il timore dei nomadi di via Enrico Ortolani, che vivono da una ventina d’anni nel campo autorizzato dal comune di Roma, è che l’episodio possa ripetersi.


“Il clima di intolleranza nei nostri confronti”, spiega un residente intento a spazzare l’ingresso antistante la propria casetta, “è aumentato: non solo il disprezzo, qui rischiamo proprio la vita. E la rischiano i nostri bambini”. M.S., tra i responsabili dell’insediamento, mostra le fascette apposte dai carabinieri in corrispondenza dei fori di proiettile che hanno attraversato le sottili pareti in cartongesso del prefabbricato e che hanno colpito il camper adiacente. Gli spari sono stati esplosi ad altezza d’uomo: si è davvero corso il rischio di una strage. Domenica scorsa i neo assessori capitolini al welfare e alla trasparenza Francesca Danese e Alfonso Sabella, insieme al consigliere municipale ai servizi sociali Emanuela Droghei, hanno effettuato un sopralluogo, incontrando i residenti. Entrambi gli assessori hanno preso l’impegno di garantire maggiore sicurezza e condizioni di vita decorose nell’insediamento dove mancano le fognature, i servizi igienici e le docce. I carabinieri della compagnia di Ostia stanno indagando sull’agguato per risalire ai responsabili che, secondo le testimonianze, sarebbero di nazionalità italiana.