Ostia . Dopo mesi di silenzio dall'ultima manifestazione l'associazione Canale dei pescatori torna a chiedere l'intervento urgente delle amministrazioni. Il suo presidente Vincenzo Basso ha scritto di nuovo a tutti. All'assessore Alfonso Sabella, alla dottoressa Virginia Proverbio direttore del X Municipio ROMA, alla dottoressa Cinzia Esposito dirigente Uol e all'architetto MArco Domizi dirigente Uot.
"Nonostante i 100 problemi che il X Municipio di Ostia deve affrontare quotidianamente, spesso con l’urgenza dell’emergenza, le problematiche del Canale dei Pescatori possono sembrare poco importanti e rimandabili come risolvere il fenomeno dell’insabbiamento" spiega Basso. "Il X Municipio, che ha la competenza anche sulla foce del Canale, in passato è intervenuto con interventi occasionali e con notevole impegno economico a carico della collettività. Attualmente la foce del Canale è insabbiata. Appare evidente che solo una costante manutenzione, specialmente nei mesi invernali, rappresenta la soluzione al problema dell’insabbiamento, in attesa di quella che appare la soluzione finale risolutiva cioè il prolungamento dei moli esistenti". Per quanto riguarda lo stato attuale del Canale, nella sua funzione di deflusso a mare delle acque interne l'associazione segnala che: "le campate dei tre ponti (via della Villa di Plinio, il ponte delle Ferrovia e quello del Lungomare) prossimi allo sbocco in mare, appaiono limitate al deflusso delle acque dalla presenza di ingenti quantità di tremolina ( cinque campate su otto sono ostruite). Il deflusso delle acque è fortemente limitato dalla profondità del Canale dei Pescatori che, dalla profondità originale di mt. 3,00/3,20 dell’anno 1933, è passato all’attuale profondità di mt. 0,90/0,20. La ridotta profondità è dovuta alla presenza di materiale accumulatosi sul fondo del Canale e non proveniente dal mare. Importante, a ragione della ridotta profondità del Canale, è la presenza sul fondo di una poltiglia composta da cannucce tritate e la presenza di notevole materiale affondato, come se il Canale dei Pescatori fosse una discarica". Da un'analisi approfondita risulta anche che "la velocità di scorrimento verso il mare, a detta della Protezione Civile interpellata nei momenti di maggior livello delle acque nel Canale dei Pescatori, è sufficiente a garantire il deflusso delle acque perchè il Canale dei Pescatori è sovradimensionato notevolmente rispetto alla portata dei canali affluenti e nel suo tratto finale è considerato e utilizzato come porto-canale (attualmente porto di 4a classe). Semmai, la causa degli allagamenti va ricercata nel reticolo di canali che è lo stesso di quello degli anni 30 del secolo scorso, progettati per una zona agricola (20.000/30.000 abitanti) che è diventata una città con quasi 300.000 abitanti, con l’aggravio di una manutenzione non sempre sufficiente. Le due darsene interne al Canale dei Pescatori, seppur insabbiate, e la rientranza del Porticciolo di Ostia, defilate rispetto al deflusso, non ne costituiscono limitazione. Il Canale dei pescatori (canale principale di raccolta) è essenziale per il deflusso in mare del sistema dei canali del Consorzio Bonifica e limitare il fenomeno degli allagamenti di vaste aree, sempre più frequenti nel nostro territorio, perchè serve per il la raccolta e il deflusso delle acque pluvie dei quartieri a nord e nell’entroterra di Ostia. Nel tratto finale del Canale sorge il Borghetto dei Pescatori, stupendo piccolo centro abitativo d’interesse storico, nato con gli operai che realizzarono il Canale. E’ presente anche la sede di RomaNatura — Secche di Tor Paterno e il rimessaggio del CRAL del Comune di Roma, il Porticciolo di Ostia, rimessaggi per piccole imbarcazioni e diving per escursioni subacque. Gli ultimi 2 km sono utilizzati come rimessaggio per la piccola attività dei pescatori professionali di Ostia e per oltre 800 imbarcazioni di diportisti e pescatori sportivi. Importante è la presenza dell’attività economica e professionale dei pescatori del Borghetto che di pesca vivono e dell’attività economica dei rimessaggi del Canale, per la realtà economica e per i posti di lavoro impiegati dovuti al diportismo sportivo".
Delle attuali circa n. 450 barche presenti nel Canale (nel luglio 2012 ne ospitava oltre n. 1000) oltre il 70% sono posizionate a terra e poste in acqua nel Canale solo al momento dell’utilizzo. Attualmente le barche in acqua, tutte di modesta immersione (max 20/25 cm.), sono ormeggiate affiancate e disposte nel senso parallelo alla corrente, da non costituire un impedimento al deflusso delle acque verso il mare. "In conclusione, rivalutare quest’area rendendola più funzionale e vivibile è nell’interesse della nostra collettività, importante per la sicurezza idraulica, per gli aspetti economici e occupazionali, per il fine sociale di permettere l’attività della piccola pesca sportiva e, non ultima, la bellezza della natura presente nel Canale. Non facciamone una risorsa inespressa e la solita occasione mancata. Auspichiamo quindi un intervento del Municipio per l’utilizzo delle risorse disponibili, la realizzazione di un razionale piano di manutenzione e pulizia, l’eliminazione degli abusi e delle irregolarità presenti e per risolvere i problemi, non più rimandabili, del dissesto idrogeologico del nostro territorio" si legge in conclusione della nota del presidente dell'associazione.
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