Asl RmD, Cobas: “’Spediti” al Cem 56 dipendenti dell’Inrca”
Casalbernocchi - Da oggi 56 dei 117 lavoratori dell’Istituto nazionale di ricovero e cura per gli anziani, una struttura pubblica la cui sede legale è ad Ancona e che è a tutti gli effetti “istituto di ricovero e cura a carattere scientifico a rilevanza nazionale”, sono stati “spediti” alla Asl RmD. Ma in pochi lo avrebbero saputo tanto che stamattina alcuni dipendenti sarebbero persino stati costretti a rientrare dalle ferie per far fronte alla nuova situazione.
A seguito dell’accordo sottoscritto dal commissario regionale alla sanità Enrico Bondi il pomeriggio del 31 dicembre, infatti, ai lavoratori è stato comunicato attraverso un telegramma di essere stati destinati dal presidio di via Cassia in cui lavoravano presso il Centro di educazione motoria gestito fino ad oggi dalla Croce rossa e preso in carico dall’azienda pochi giorni fa.
Ai lavoratori ex Inrca, tra cui vi sono 45 infermieri, 3 medici, 1 caposala, 3 operatori sociosanitari, 6 ausiliari socio-sanitari è stata data la comunicazione dal commissario straordinario della Asl RmD, Alessandro Cipolla, che sarebbero stati collocati presso il Cem di via Ramazzini soltanto qualche giorno fa. Qui sono attualmente ricoverati circa 48 utenti, mentre altri 10 sono assistiti in regime diurno. In questa struttura, che ospita pazienti con elevata disabilità, operano una novantina di dipendenti della Croce rossa, tra cui 7 medici, una decina di infermieri, 10 operatori della riabilitazione e 60 operatori socio-sanitari.
Ai dipendenti della Croce rossa, per lo più precari, è stata assicurata da parte del commissario Bondi una proroga di due mesi. “Questa è, all’incirca, la situazione. Per quanto siamo riusciti a capire”, spiega Cesare Morra dei Comitati di base della Asl RmD. “Troviamo inaccettabile questo modo di gestire la cosa pubblica che, da una parte mette in moto processi di depotenziamento e smantellamento del servizio sanitario pubblico e dall’altra non è neanche in grado di gestire e governare decisioni in modo decoroso, calpestando diritti e dignità umana e professionale e mettendo, peraltro, in difficoltà, come avvenuto stamane presso la Asl RmD, gli uffici che erano all’oscuro delle decisioni prese. E dove”, prosegue l’esponente della sigla, “alcuni dipendenti sarebbero persino stati costretti a rientrare dalle ferie per far fronte alla situazione”.
Secondo i Cobas, tutto questo dimostrerebbe, ancora una volta, l’assenza di una reale programmazione ed organizzazione dei processi di “razionalizzazione” messi in atto dal governo Monti e dal suo “mani di forbice”, come è stato ribattezzato dalla sigla, commissario Bondi. “Ci chiediamo e chiediamo, inoltre, quali criteri siano stati adottati per arrivare alla dislocazione del personale perché non vorremmo trovarci, ancora una volta, nell’intollerabile ed ingiustificabile situazione in cui lavoratrici e lavoratori vengono ‘spacchettati’, anche attraverso gestioni clientelari, mentre per altri si prefigura un presente e un futuro di incertezze, se non il licenziamento”. I sindacati, esprimendo solidarietà ai colleghi dell’Inrca e ai precari della Croce rossa, condannano con decisione “questa modalità di gestione che scarica sulla pelle degli ultimi i danni causati da coloro che invece di gestire la sanità pubblica, la salute delle persone e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, ne fanno terreno di scorrerie e di clientele”.
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