Casalbernocchi, massacrò di botte la fidanzata: ha chiesto il rito abbreviato
Ostia – Maurizio Falcioni, l’operaio romano di 35 anni arrestato dai carabinieri di Ostia il 4 febbraio scorso per aver massacrato di botte Chiara Insidioso Monda, la fidanzatina disabile di 19 anni, ricoverata da cinque mesi in coma farmacologico all’ospedale San Camillo di Roma, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Ieri avrebbe dovuto celebrarsi il processo nel quale il muratore di Casalbernocchi, alle spalle qualche precedente per droga, avrebbe dovuto rispondere delle accuse di tentato omicidio e maltrattamenti. Adesso, alla luce della richiesta di Falcioni, il processo è stato rinviato a novembre. Il gup dovrà fissare l’udienza per la discussione.“Siamo fiduciosi che il magistrato faccia il suo lavoro con coscienza”, ha detto oggi a Ostiatv Antonella Insidioso Monda, la zia paterna di Chiara, che tutti i giorni si alterna con i genitori al capezzale della nipote. “Mia nipote sta soffrendo molto. Sta continuando a lottare per vivere giorno dopo giorno. Ci sono purtroppo infezioni importanti ed i medici non hanno potuto operarla. Non abbiamo speranza, purtroppo. E’ una tragedia nella tragedia. Quest’uomo, che avrebbe dovuto difenderla, curarla proprio perché più fragile ed indifesa in quanto era come una bambina, l’ha invece ridotta in fin di vita. Quello di Chiara è un ‘caso particolare’ proprio perché lei aveva una disabilità. E non si era accorta di chi fosse realmente quell’uomo. Lei raccontava che lui la chiamava ‘mia moglie’… Ma non si rendeva conto della sua natura violenta.
Su facebook, alla pagina ‘Chiara il popolo laziale non ti abbandona!’ ci sono 3.082 iscritti. Scrivono per darle sostegno da tutta Italia, perfino dalla Germania”. In seguito il fidanzato raccontò ai magistrati d’aver picchiato la diciannovenne, con la quale conviveva, per gelosia. Più precisamente per un sms che aveva trovato sul telefonino di Chiara. L’aveva aggredita con calci e pugni e non si era fermato nemmeno quando lei era a terra, esanime. Questa la ricostruzione dell’accaduto. Il pomeriggio di lunedì 3 febbraio tra le quattro mura dell’appartamento in cui vivevano Maurizio e Chiara in via Nicola Pagani scoppiò una lite furibonda. I vicini sentirono le urla dei due. Lui, forse sotto l’effetto di stupefacenti, ipotizzarono gli investigatori, accusava lei di infedeltà. Grida e grida per ore. Poi, improvviso, calò il silenzio. Un silenzio agghiacciante, che raggelò i vicini. E poco dopo Maurizio bussò alla porta di un dirimpettaio chiedendo aiuto per Chiara che, a suo dire, si sarebbe sentita male, cadendo a terra. La scena che però si offrì alla vista dei vicini accorsi con l'acqua era terribile: la giovane giaceva priva di vita sul pavimento, il volto completamente tumefatto. Furono chiamati subito il 118 e il 112. I sanitari compresero la gravità delle condizioni della 19enne trasportandola prima al’ospedale Grassi di Ostia poi al nosocomio romano. La giovane era priva di conoscenza. Lui, il compagno, negava ogni responsabilità. Ma i carabinieri non gli credettero e lo arrestarono. Per Chiara iniziò così un calvario avendo riportato un'emorragia cerebrale, fratture all'orbita. Sul corpo della giovane furono notati i segni di vecchie percosse. Sembra, infatti, che Maurizio Falcioni non fosse nuovo a questo genere di aggressioni nei confronti della povera ragazza.
Il padre dell'arrestato, raggiunto dai giornalisti, disse: "Mio figlio è un delinquente. Che devo dire? Deve stare in galera e buttare la chiave". Le condizioni della giovane dopo tutti questi mesi sono gravissime: viene nutrita e idratata artificialmente. “Ha gli occhi aperti e le mani immobili: non sappiamo se ci vede, se sente. So soltanto che soffre tanto”, afferma, la voce impastata di dolore, zia Antonella.
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